Agrigento, Panepinto: occorrono risorse per nuovi scavi archeologici alla ricerca del Teatro greco
“Avviare nuovi scavi archeologici per riportare alla luce il teatro greco che, secondo l’ipotesi di molti studiosi, faceva parte dell’insediamento della polis di Akragas, sarebbe un avvenimento culturale di grande significato e di un certo impatto mediatico che potrebbe contribuire al rilancio dell’economia locale e dell’immagine della Sicilia.” Lo dice il parlamentare Pd, Giovanni Panepinto in una lettera indirizzata al presidente della Regione, Rosario Crocetta, al vice presidente, Mariella Lo Bello e all’assessore ai beni culturali, Antonio Purpura. La città di Agrigento costituisce una delle attrazioni più significative sul piano culturale, artistico e archeologico della Sicilia; la Valle dei templi costituisce una delle aree archeologiche più vaste al mondo con i suoi 300 ettari di estensione, nonché patrimonio dell’umanità, come dichiarato dall’ Unesco. Eppure tra i suoi reperti non figura alcun teatro antico; cosa impossibile, vista la tradizione delle popolazioni fondatrici della colonia. Da un secolo gli archeologi di tutto il mondo si scervellano per tentare di capire dove può essere collocato l’antico teatro. Diverse ipotesi sono state fatte negli anni ma ancora nessuna certezza. Riuscire a portare alla luce il teatro, che indubbiamente arricchiva l’impianto urbanistico dell’antica città di Akragas, costituirebbe grande slancio per l’economia locale e arricchirebbe ulteriormente il già ricco patrimonio culturale della nostra terra. A giugno scorso era stato messo in cantiere un progetto nato da una convenzione tra l’Ente parco archeologico e paesaggistico Valle dei Templi e l’Università di Padova, finalizzato ad identificare le zone di potenziale interesse archeologico su cui aprire il fronte della ricerca e avviare gli scavi. Previsto un drone per sorvolare e permettere quindi di verificare, dall’alto, l’eventuale presenza di tracce di insediamenti, strutture o strade attraverso sistemi di indagine tele osservativi, da incrociare poi con i rilevamenti satellitari, documentazioni, fotografie e studi scientifici, per identificare le zone maggiormente interessanti. Tra i primi ad indagare nel sottosuolo agrigentino, Hardcastle, ambizioso studioso che tra il 1920 e il 1930 condusse una campagna di scavi investendo copiose risorse finanziarie. I lavori diretti all’epoca dal giovane archeologo Pirro Marconi portarono alla luce importanti testimonianze archeologiche. Tra gli anni Settanta ed Ottanta, si tornò a scavare. In entrambe le campagne di scavo, però, nessuna traccia del teatro greco. Nel 2010 un finanziamento di circa 2 milioni di euro di fondi europei stanziati dalla Regione Siciliana, disponeva una mirata campagna di scavi nella zona dell’Agorà superiore, in prossimità della contrada San Nicola dove già sono stati portati alla luce i resti di due importanti edifici pubblici come il Bouleuterion (luogo in cui si riuniva la Boulè) e l’Ekklesiasterion (assemblea dell’Ekklesia). La tecnologia e il progresso scientifico potrebbero finalmente consegnarci il teatro, scoperta archeologica che senza ombra di dubbio avrebbe una grande eco a livello internazionale. Il problema però è che non si trovano i fondi. “Non si trovano le risorse necessarie per una seria campagna di scavo e di recupero – continua il parlamentare Panepinto – mentre, in questi giorni, è tornato agli onori della cronaca il Ponte sullo Stretto che insieme ad altre mirabolanti e costosissime opere dovrebbe rilanciare l’economia e l’immagine della Sicilia. L’individuazione e il recupero del teatro antico di Agrigento potrebbe contribuire, in modo altrettanto efficace, al rilancio dell’economia locale e dell’immagine della Sicilia. E’ una operazione possibile – conclude – che darebbe della nuova giunta una immagine di concretezza operosa, unita alla capacità di porre la Sicilia in sintonia con i flussi della cultura internazionale e di quelli dell’economia e del turismo”.
Ilaria Greco