Trovata la pistola che uccise Andrea Pace
Dopo settimane di ricerche trovata la pistola che uccise Andrea
Dopo qualche settimana, finalmente, è stata trovata la pistola che avrebbe ucciso il 12 giugno, il giovane Andrea Pace, avolese.
Le indagini coordinate della Procura di Siracusa e dai Carabinieri della Compagnia di Noto hanno portato sulle tracce della pistola che sarebbe stata nascosta ad Avola Antica.
Trovata la pistola che uccise Andrea. Con l’ausilio di una squadra specializzata nella ricerca e nel soccorso e con l’aiuto dei vigili del Fuoco di Siracusa, oltre che con droni he hanno perlustrato la zona.
Trovata la pistola che uccise Andrea Pace. I carabinieri,
dopo un‘accurata indagine, hanno rinvenuto l’arma ad Avola Antica
I Carabienieri hanno rinvenuto una pistola calibro 22 che, pare, possa essere quella utilizzata dai fratelli Caruso per uccidere Andrea.
Il dott. Parodi e il Procuratore aggiunto Scavone che dirigono le indagini hanno finalmente un quadro molto chiaro.
I due fratelli, come sappiamo, hanno fatto scena muta, avvalendosi del diritto di non rispondere.
L’arma è stata consegnata al RIS dei Carabinieri di Messina per gli accertamenti tecnici e per la comparazione dei proiettili.
Un caso, quello dell’imicidio di Andrea Pace, che ha sconvolto l’intera città.
Avola quella mattina si svegliò incredula per l’incredibile efferatezza con cui venne stroncata quella vita umana.
Inutili i soccorsi. Gli uomini del 118 non hanno potuto far altro che constatare il decesso di Andrea Pace.
Le ondagini da quel momento non sono mai cessate. I militari hanno continuato a setacciare ogni luogo utile al rinvenimento di prove che potessero far luce sul delitto atroce del povero Andrea.
I fratelli Caruso, arrestati subito dopo il delitto, hanno adesso un’ulteriore tassello si cui dovranno dare spiegazioni precise ai magistrati competenti.
La vicenda sembra, prendere un aspetto più chiaro e preciso anche se ancora si attendono i chiarimenti dei fratelli Caruso che sono accusati di omicidio con l’aggravante dei futili motivi.
Sebi Roccaro