“Stop” ai prodotti ortofrutticoli “taroccati”, il sindaco Bruno chiede l’intervento del ministro Martina
Pachino 23 Dicembre 2014. «Il prezzo del pomodoro “crolla” nella fase di acquisto al produttore, a fronte di importi di vendita alti al consumatore: c’è il timore di accesso incontrollato di prodotti provenienti da altri territori». È la denuncia del sindaco di Pachino, Roberto Bruno che, su sollecitazione di un gruppo di agricoltori, ha scritto a Giacomo Gagliano, direttore dell’ufficio “Repressione e frode” del ministero dell’Agricoltura. «Ho deciso di contattare gli uffici ministeriali – ha dichiarato il primo cittadino – a seguito di reiterate richieste da parte di alcuni produttori di pomodoro del territorio i quali lamentano i miserrimi prezzi del loro prodotto (in particolare ciliegino venduto a circa 70 centesimi al chilogrammo) a fronte di prezzi di vendita al consumatore che, da fonti direttamente acquisite dagli stessi nelle principali centrali di vendita, specialmente delle città del Nord Italia, arriverebbero a 2 euro e 50 centesimi per confezioni di 250 grammi (ovvero di 10 euro al chilogrammo). Gli stessi, su mia esplicita domanda, lamenterebbero un incontrollato accesso al porto di Pozzallo, in provincia di Ragusa, di prodotto non di questo territorio che verrebbe pertanto successivamente contraffatto e venduto come prodotto di Pachino. Non c’è ancora certezza quanto questa ipotesi possa essere suffragata da veridicità, ma mi sento tuttavia in dovere di intervenire chiedendo all’ufficio “Repressione e frode” di accertare la fondatezza delle informazioni pervenutemi e, soprattutto, la correttezza della concorrenza. Chiederò, inoltre, l’intervento diretto del ministro, Maurizio Martina, a tutela delle aziende e dei lavoratori del comparto agricolo di Pachino e Portopalo».