Sorbello: “Il Comune di Siracusa dovrebbe impegnarsi di più per le famiglie”
Giungono le dichiarazioni di Sorbello circa il tema della teoria del Gender, relativamente al patrocinio che il Comune di Siracusa ha offerto per il convegno Gender Mania Falsi Miti di una Falsa Teoria.
Siracusa, 28 ottobre 2015. “Non condivido la scelta del Comune di patrocinare e di presentare in pompa magna il convegno dal titolo: “Gender Mania Falsi Miti di una Falsa Teoria” e spero non sia il preludio di una campagna propagandistica rivolta ai nostri bambini”.
Sono queste le parole altisonanti del consigliere Sorbello rispetto al Convegno patrocinato dal Comune di Siracusa sulla teoria Gender e sui falsi miti da sfatare.
“Sull’ideologia gender, che presenta molte sfaccettature -commenta Sorbello- sono state dette molte parole ed io faccio mie quelle di Papa Francesco, che si è chiesto se la cosiddetta teoria gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione. La rimozione della differenza sessuale è il problema, non la soluzione.
E si rifà al Sinodo: “Ed ancora, il documento finale del Sinodo conclusosi nei giorni scorsi afferma, in risposta a chi sostiene che la teoria del gender non esiste, che “una sfida culturale odierna di grande rilievo emerge da quell’ideologia del “gender” che nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna. Essa prospetta una società senza differenze di sesso, e svuota la base antropologica della famiglia. Questa ideologia induce progetti educativi e orientamenti legislativi che promuovono un’identità personale e un’intimità affettiva radicalmente svincolate dalla diversità biologica fra maschio e femmina. Nelle scuole e in altri ambiti educativi – continua il Sinodo – spesso vengono presentati modelli in contrasto con la visione cristiana della famiglia. In alcuni Paesi vengono perfino imposti dall’autorità pubblica progetti formativi che presentano contenuti in contrasto con la visione umana e cristiana”.
“Il Comune di Siracusa -indica il consigliere- dovrebbe impegnarsi di più per sostenere l’impegno educativo delle famiglie, alle prese con difficoltà nuove e spesso molto impegnative. E va sempre rispettato il ruolo prioritario della famiglie nell’educazione all’affettività e alla sessualità”.
“Non bisogna promuovere forme di educazione che spingono verso il “neutro”, verso addirittura svariati generi, cancellando quelle differenze naturali, che ci confermano che si può essere uomo o donna, non “sentirsi tali” a prescindere dal dato biologico. Che senso hanno le scelte di Comuni -conclude- che hanno sostituito i termini “padre” e “madre” con “genitore 1” e “genitore 2”?
C. T.