SIracusa, sabato si terrà la rappresentazione teatrale “Un castello nel cuore – Teresa d’Avila”
E’ stato presentato ieri mattina, nella sala stampa Archimede, “Un castello nel cuore – Teresa d’Avila” l’opera teatrale promosso dal Movimento Ecclesiale Carmelitano. Lo spettacolo si terrà sabato alle ore 21.00 presso la Chiesa di Santa Lucia alla Badia.
Siracusa, 24 luglio 2015. In occasione del V centenario della nascita di una delle più grandi figure mistiche della storia della Chiesa, è stato presentato ieri mattina, nella sala stampa Archimede, “Un castello nel cuore – Teresa d’Avila” l’opera teatrale promosso dal Movimento Ecclesiale Carmelitano, in collaborazione con la Compagnia Argot Produzioni. Lo spettacolo avrà luogo sabato prossimo, 25 luglio, alle ore 21.00 nella chiesa di Santa Lucia alla Badia.
“Ho voluto fortemente questo spettacolo – ha detto l’assessore al turismo, Francesco Italia – per l’alto valore spirituale. Il Comune di Siracusa insieme ai comuni del comprensorio ibleo intende dare vita ad una serie di percorsi sul turismo religioso”. Mons. Salvatore Marino, parroco della Chiesa Cattedrale, ha messo a disposizione la chiesa di Santa Lucia, un tempo annesso al monastero: “Si tratta di testi significativi, di un cammino interiore, che ha segnato potrei dire la conversione di molti cristiani. Io sono stato per dodici anni cappellano della monache di clausura quindi ho potuto approfondire la conoscenza di quelle parole”, commenta Mons. Marino.
Teresa de Humada, nota con il nome religioso Teresa di Gesù, vissuta nella Spagna del secolo d’oro, (nata nel 1515), era una monaca di clausura dell’Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo. Riformatrice del ramo femminile dell’Ordine e di quello maschile, poi affidato a San Giovanni della Croce. A questo eccezionale percorso spirituale accompagnato anche da fenomeni mistici, si deve la canonizzazione a soli 40 anni dalla morte. Teresa è stata la prima donna in assoluto ad essere proclamata dottore della Chiesa.
“La bellezza e la grandezza di Teresa sta proprio in questo: Teresa non era solo una monaca, Teresa era innanzi tutto una donna, con la forza e la passione che l’essere donna comporta – ha detto Maria Luisa Manni del Mec, Movimento ecclesiale carmelitano -.
“Il Castello nella visione di Teresa – ha spiegato Salvatrice profeta del Movimento ecclesiale carmelitano -, non è nient’altro che il cuore dell’uomo, il quale lungi dall’essere vuoto, si vede abitato dal Dio Vivente, che lo ha scelto come Sua dimora. Teresa descrive una serie di tappe, le sette dimore, come dice Pamela Villoresi descrivendo lo spettacolo, che conducono alla stanza centrale, quella del Matrimonio mistico con Dio. La bellezza e l’attualità del messaggio di Teresa sta nel fatto che ciascuno di noi attraversa queste tappe della vita, che rischiano di farci dare risposte sbagliate, di bloccarci, di impedirci di trovare la giusta direzione. L’interpretazione della protagonista, Pamela Villoresi, attrice di livello internazionale e tra le più celebri attrici del teatro italiano (e per altro membro del cast principale de La grande bellezza, che ha vinto l’Oscar nel 2014, riesce a rendere il personaggio di Teresa vivo, plastico. Un incontro quello tra Teresa e l’attrice avvenuto 35 anni fa ad Avila, dove la Villoresi rimase profondamente colpita dalla maestà e dall’energia della statua di Teresa all’ingresso della città. Un incontro potente che innescò il desiderio di parlare di Teresa anche a teatro. Da qui la necessità di realizzare questa opera teatrale”, conclude Salvatrice, profeta del Movimento ecclesiale carmelitano.
Corrado Tardonato