Cracolici: dopo ‘caso Zambuto’ serve modifica a norma su ricandidatura sindaci
“La vicenda accaduta a Marco Zambuto ad Agrigento impone una riflessione: serve una modifica della legge regionale che disciplina i casi di ricandidatura dei sindaci, presenterò un disegno di legge all’Ars che permetta la ricandidatura anche in caso di dimissioni volontarie prima della metà del secondo mandato”. Lo dice Antonello Cracolici (PD), presidente della commissione Affari istituzionali all’Ars. Come è noto, Zambuto è stato assolto in corte d’appello dall’accusa di abuso di ufficio, riferita al periodo in cui era sindaco di Agrigento. Dopo la condanna in primo grado Zambuto aveva scelto di dimettersi, per evitare alla città la sospensione del primo cittadino prevista dalla legge Severino.
“In base alle legge Severino – prosegue Cracolici – Zambuto dopo una condanna a due mesi in primo grado per abuso d’ufficio sarebbe stato sospeso dalla carica di sindaco per 18 mesi. Per rispetto alla sua città, Zambuto ha scelto di dimettersi ma oggi, nonostante sia arrivata l’assoluzione in appello, è nella paradossale condizione di non potersi ricandidare”. La legge regionale 7 del 2012 (articolo 10) stabilisce infatti che “è consentito un terzo mandato consecutivo se uno dei due mandati precedenti ha avuto durata inferiore a due anni sei mesi e un giorno, per causa diversa dalle dimissioni volontarie”.
“Bisogna porre rimedio a questo effetto ‘distorto’ della legge Severino – conclude Cracolici – presenterò un ddl all’Ars che, abrogando la disposizione che esclude la ricandidatura per i sindaci che si sono dimessi volontariamente prima della metà del mandato, permetta loro di potersi ricandidare e proseguire l’impegno assunto con la città. Se la norma sarà approvata in tempi brevi, potrà avere effetti già alla tornata elettorale della prossima primavera”.
Ilaria Greco