Sequestro penale di un circolo privato a Siracusa
Prosegue senza soluzione di continuità l’impegno della Polizia di Stato volto a garantire la sicurezza all’interno dei locali di pubblico intrattenimento, elemento imprescindibile delle strategie di prevenzione di condotte pericolose, illegali o che, comunque, possono pregiudicare il regolare svolgimento delle serate fino a sfociare in tragici eventi, come riportato nel recente passato dalle cronache nazionali. Ballare in sicurezza è una priorità irrinunciabile per i giovani frequentatori delle discoteche ed una preoccupazione costante per un numero crescente di genitori che si ritrovano, spesso, a poca distanza dai locali da ballo frequentati dai propri figli nella speranza di poterli proteggere da tutti quei pericoli che espongono a rischio la loro salute e la loro sicurezza. Il Questore Gabriella Ioppolo, avvalendosi del personale in servizio presso la Divisione di Polizia Amministrativa e Sociale, dopo aver avviato un serrato programma di controllo degli esercizi pubblici, dei circoli privati e dei locali destinati ad intrattenimento danzante, ha ulteriormente rafforzato, anche alla luce delle più recenti direttive ministeriali, il dispositivo di vigilanza soprattutto con riguardo a quei locali frequentati dai giovanissimi, passati al setaccio per verificarne la regolarità delle autorizzazioni, il rispetto della normativa antincendio e dei piani di gestione dell’emergenza, la capienza (non potendo essere gli avventori in numero superiore a quello massimo consentito e prescritto dalla licenza) e il rispetto del divieto di vendita e di somministrazione di alcolici ai minori e durante la fascia oraria notturna. In questo contesto si colloca la stringente attività investigativa svolta nei confronti di un noto circolo privato operante in Siracusa che, attraverso il paravento dell’attività ricreativa e culturale, svolgeva una vera e propria attività imprenditoriale di pubblico trattenimento senza le prescritte autorizzazioni di polizia. Dai mirati controlli emergeva, infatti, un quadro di abusivismo imprenditoriale dissimulato dal vecchio espediente del circolo privato, attraverso la vendita di biglietti d’ingresso con la contestuale emissione delle tessere di affiliazione al circolo stesso. Per tale ragione, il presidente del circolo in questione, oltre ad essere deferito alla locale Autorità Giudiziaria per l’apertura abusiva di luoghi di pubblico spettacolo o trattenimento, veniva anche formalmente diffidato alla cessazione dell’attività, svolta peraltro in mancanza dei requisiti di sicurezza indispensabili per garantire la tutela dell’incolumità degli avventori, cui venivano anche somministrate e vendute bevande alcoliche all’interno dello stesso locale dove, invece, si sarebbe dovuta svolgere unicamente l’attività istituzionale del circolo. Ciononostante, si accertava che il presidente del circolo continuasse ad organizzare, con le stesse modalità, altre serate danzanti, in totale dispregio delle norme penali ed amministrative contestategli. Considerato che la disponibilità del locale da parte del presidente del circolo privato consentiva allo stesso di proseguire nell’attività delittuosa, si decideva di richiederne il sequestro penale alla locale Autorità Giudiziaria che lo disponeva per l’immediata esecuzione, essendo divenuta prevalente l’esigenza di far cessare l’organizzazione di serate danzanti sostanzialmente aperte al pubblico con eventi addirittura pubblicizzati e con libero accesso dietro il pagamento di un vero e proprio corrispettivo.