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Regione: ambiente, 5 milioni per valorizzare la “dorsale dei Nebrodi”

Sessantaquattro chilometri di sentieri per valorizzare la ‘dorsale dei Nebrodi’, che da Floresta va a Mistretta. Saranno opere di ingegneria naturalistica, che non  modificheranno né la percezione del paesaggio nella sua integrità storico-culturale, nè altereranno la biodiversità dell’area di intervento.
Lo prevede il progetto da cinque milioni di euro per la rifunzionalizzazione del tratto Portella Mitta – Portella Femmina Morta – Serra Merio, predisposto dal Parco dei Nebrodi e già trasmesso all’Ufficio gare (Urega) di Messina per la procedura di affidamento dei lavori.
«Saranno interventi – evidenzia il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci – su un percorso già esistente da riqualificare, senza impatto ambientale e che si integreranno perfettamente con l’habitat circostante. Vogliamo rendere più fruibili scenari naturali, pressoché incontaminati, sviluppando nuovi segmenti di turismo, sempre più richiesti dalla clientela».
L’opera, finanziata dall’assessorato regionale del Territorio e ambiente, nasce d’intesa  con i Parchi regionali, l’Azienda foreste demaniali e il Club alpino come appendice del “Sentiero Italia” nel territorio siciliano. Il progetto prevede la sistemazione degli attraversamenti dei valloni, con passaggi a sfioro realizzati in pietra locale, il ripristino dei muretti a secco esistenti, la regimentazione delle acque meteoriche, la posa in opera delle staccionate mancanti o divelte. Sarà migliorato anche l’attuale sistema di segnaletica e cartellonistica, cercando di uniformare e di rendere universale il sistema di lettura.
«Scopo dell’intervento – spiega  il commissario del Parco, Luca Ferlito – è quello di giungere a riscoprire il rapporto con gli abitanti della montagna, per potenziare le forme di turismo sostenibile.  Non saranno, infatti, riattivati solo i sentieri e le infrastrutture ricettive, ma si punterà l’attenzione alla componente umana e alle sue tradizioni: spazio quindi all’artigianato locale, ai segni dell’uomo in montagna, ai musei, agli agriturismi e a tutto quanto possa permettere il potenziamento del  turismo naturalistico e scientifico. Fruizione a 360 gradi e rispetto della natura e dell’uomo, in tutte le sue accezioni, ripartendo dal forte ruolo del Parco e dalla sua identità».

 

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