Priolo, firmata convenzione con carcere di Brucoli e chiesa evangelista per recupero sociale dei detenuti
Priolo, 10 novembre 2015 – Firmata, questa mattina, la convenzione tra il Comune di Priolo, il Carcere di Brucoli e la chiesta evangelista per attivare un progetto che punta all’inclusione sociale dei detenuti. La progettazione è stata elaborata da Michele Villari, pastore della chiesa evangelista, che ha trovato subito la disponibilità del sindaco di Priolo, Antonello Rizza e del direttore del carcere di Brucoli, Antonio Gelardi. La convenzione è stata, così. firmata da Rizza, Villari e Gelardi, alla presenza del dirigenti del settore servizi sociali del Comune, Flora La Iacona.
“La nostra politica sui servizi sociali è stata sempre rivolta al recupero della dignità della persona – dice il sindaco Rizza – da anni abbiamo abbandonato la semplice assistenza fine a se stessa per trasformare i contributi, prima erogati senza alcuna contropartita sociale in lavori socialmente utili. Così, chi è in difficoltà economica offre all’amministrazione la propria disponibilità al lavoro in cambio di una giusta retribuzione”.
Per i detenuti verrà applicata la legge 345 sui percorsi di riabilitazione. Potranno lavorare fuori dal carcere nel campo, appunto, dei lavori socialmente utili. Doneranno il proprio lavoro alla collettività in cambio di formazione professionale ed inclusione sociale. A carico del Comune di Priolo sono soltanto le assicurazioni sociali legate all’attività che verrà svolta, mentre la chiesa Evangelista ed il Carcere di Brucoli si occuperanno dell’organizzazione e della gestione del progetto.
“Crediamo molto in questa iniziativa – aggiunge la dirigente Flora La Iacona – la riabilitazione dei detenuti si aggiunge ai tanti progetti di servizio civico che il Comune porta avanti nel segno del’inclusuone sociale”.
“E’ uno dei primi progetti, con queste caratteristiche, che si svolge in Italia – sottolinea, invece, il pastore Villari – vogliamo, così, mostrare il volto pratico del cristianesimo, con uno “scambio di forze” in cui l’impegno di tutti è indirizzato verso il bene comune”.
Il direttore Antonio Gelardi conclude ricordando che il fine della pena è sempre il recupero sociale.
“Sono moltissimi i detenuti del carcere di Brucoli che hanno voglia di regalare le proprie positive potenzialità alla collettività – afferma Gilardi- è una maniera di sentirsi parte integrante della società civile”.
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