Priolo: dopo la condanna di mobbing dell’ex sindaco Toppi il comune subisce diversi danni. Lo sfogo del Sindaco Rizza
“Da dove questo individuo trae la propria presunta superiorità morale, che cerca di propinare in ogni articolo, quando è stato testimone interessato a reati così vili, infami e vergognosi come il mobbing?”, si chiede Rizza
Priolo Gargallo, 20 ottobre 2015 – Il Sindaco di Priolo, Antonello Rizza, sottolinea, in un suo intervento, il danno economico e morale subito dal Comune dopo la condanna per mobbing dell’ex sindaco Toppi. La sentenza d’appello della Corte dei Conti ha, infatti, condannato la pubblica amministrazione ad un ulteriore esborso di denaro per ripagare i danni della dipendente mobbizzata che ha denunciato il sindaco del tempo.
Rizza, adesso, riferendosi al fratello dell’ex sindaco Toppi, si chiede come egli possa continuare ad attaccare la sua amministrazione, quando, nel passato, anche se adesso vorrebbe muoversi da moralizzatore, è stato vicinissimo ed ha sostenuto un’amministrazione condannata per mobbing.
Questo il testo dell’intervento di Antonello Rizza: “È proprio vero, la giustizia è lenta ed inesorabile. E’ sotto gli occhi di tutti la documentazione relativa alla sentenza d’appello della Corte dei Conti, con la quale si condanna il Comune di Priolo e l’allora sindaco Toppi per mobbing, (recita testualmente il vocabolario: il mobbing è una forma di terrore psicologico sul posto di lavoro, esercitato dai superiori sui subalterni). Nella sentenza è riportato, inoltre, il debito fuori bilancio con il quale i consiglieri comunali di questa maggioranza si sono sobbarcati l’onere e la responsabilità di pagare, circa 24.000 euro, che la Corte dei Conti ha riconosciuto al dipendente. A queste somme vanno aggiunti i 12.000 euro riconosciuti in primo grado, oltre le spese legali e gli oneri accessori per per altre 15.000 euro circa. Per un totale di quasi 60.000 euro, soldi dei cittadini di Priolo.
Una domanda adesso sorge spontanea: da dove questo individuo trae la propria presunta superiorità morale, che cerca di propinare in ogni articolo, quando è stato testimone interessato a reati così vili, infami e vergognosi come il mobbing?
Mi viene, altresì, da chiedergli a che titolo stava, quotidianamente e perennemente, per i 10 anni di amministrazione capeggiata dal fratello maggiore, dentro gli uffici comunali; dentro la stanza del sindaco, persino rilasciando interviste. Che ruolo ricopriva? quali interessi curava? Nessuno, in 10 anni, ha sollevato il problema che ora, invece, intendiamo rilanciare con forza”.
Ilaria Greco