Portopalo – Una Chiesa nel mare. Due milioni di euro per un edificio che deturpa a due passi dal mare, di fronte l’Isola di Capo Passero. – Lavori ultimati entro l’anno. – Chi ha rilasciato i permessi ?
Dopo Lampedusa e’ il luogo dove i barconi degli immigrati cercano la terra promessa. Almeno prima dell’operazione Mare Nostrum. Portopalo di Capo Passerò, l’estrema punta a sud della Sicilia, dove il Mediterraneo si bacia con lo Jonio e l’isola delle correnti assiste al connubio. A poche centinaia di metri, andando verso il porticciolo, sulla terraferma, a pochi passi dal mare, di fronte a Capo Passerò, in Via Isonzo alla Pizzuta si è’ deciso di rovesciare un enorme barcone per accogliere vecchi e nuovi immigrati. Un barcone di cemento, freddo e invasivo, a due passi dal mare che si sta finendo di edificare. I lavori dovrebbero concludersi entro la fine dell’anno. Un barcone di cemento costato due milioni di euro per una Chiesa che quando vuole si mostra ai poveri con la forza del suo potere invasivo. Un barcone che dovrà’ affrontare il mare senza mai salpare. Un edificio che offende i luoghi e la memoria, che non accoglie e che Papà Francesco non sognerebbe mai di inaugurare anche se dedicato alla Madonna greca che viene dal mare: Eleusa. Ci si chiede ancora come sia stato possibile far edificare una simile bruttura all’interno della Riserva naturale dell’Isola delle Correnti, a due passi dal mare, senza che alcuno sia mai intervenuto. Un nuovo ecomostro del quale non c’era assolutamente bisogno. Mancavano forse siti più’ decenti dove edificare una nuova Chiesa ?
Andrea Bologna