Paolo Ficara e Stefano Zito (M5s) hanno incontrato il prefetto di Siracusa e i dipendenti della ex provincia, in piazza Archimede per lamentare in prefettura la mancanza dello stipendio.
Il deputato nazionale Paolo Ficara e il deputato regionale Stefano Zito, stamattina, hanno incontrato i lavoratori della ex Provincia Regionale di Siracusa in sit-in di protesta per il ciclico mancato pagamento degli stipendi e la mancanza di certezze circa il futuro lavorativo. Davanti alla Prefettura, in piazza Archimede, i portavoce del MoVimento 5 Stelle hanno portato la loro solidarietà ai dipendenti e alle loro famiglie. Hanno ascoltato dalla loro viva voce le difficoltà del quotidiano dopo oltre quattro anni di crisi e un anno vissuto con la dichiarazione di default.
Ficara e Zito hanno poi incontrato il prefetto, Luigi Pizzi, al quale hanno presentato le criticità della ex Provincia e i problemi che si trascinano da anni. “E’ sotto gli occhi di tutti – ha spiegato Paolo Ficara – la situazione critica in cui ci troviamo a causa dei precedenti accordi Stato – Regione e delle insensate riforme regionali e nazionali delle Province che hanno privato questi enti delle risorse minime per erogare i servizi e pagare gli stipendi dei dipendenti. Il nuovo accordo a cui abbiamo lavorato a Roma prevede misure grazie alle quali sarà possibile intervenire e garantire un ritorno graduale alla normalità, rispettando i tempi necessari”. Il deputato regionale Stefano Zito ha spiegato ai dipendenti in protesta quel che sta succedendo alla Regione e al prefetto di Siracusa ha ricordato il debito della provincia di Siracusa che ammonta a più di 162 milioni di euro con verosimili responsabilità degli amministratori passati della ex Provincia che non pare abbiano fatto molto per evitare il dissesto in cui versa oggi. “La soluzione più rapida – ha spiegato – sarebbe quella derivante dall’approvazione della Finanziaria alla Regione, che permetterebbe di pagare alcuni debiti tra cui anche gli stipendi dei dipendenti che oggi hanno protestato. Io mi auguro di chiudere entro il 31 gennaio: mi auguro che anche i miei colleghi all’Ars capiscano che bisogna concordare su questa urgenza, senza cincischiare oltre”