(VIDEO) Palermo, caso storico in Italia: condannato falso consulente del lavoro e risarcito l’Ordine provinciale dei consulenti
Condannato falso consulente del lavoro. E’ la prima volta in Italia che un giudice riconosce il danno subito da un Ordine provinciale dei consulenti del lavoro causato dall’esercizio abusivo della professione.
Palermo, 8 giugno 2015 – Condannato un falso consulente del lavoro e per la prima volta in Italia è stato riconosciuto un risarcimento per un organo provinciale costituitosi parte civile al processo. L’Ordine dei consulenti del lavoro di Palermo, infatti, assistito dall’avv. Salvatore Modica, ha ottenuto un risarcimento a titolo di provvisionale immediatamente esecutiva pari a 5mila euro per danno materiale e d’immagine, da parte di un sedicente consulente del lavoro – individuato a seguito di un accertamento condotto dal Nucleo dei Carabinieri presso l’Ispettorato del lavoro di Palermo – che è stato condannato in primo grado alla pena di tre anni e due mesi di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali e della liquidazione dei danni alle parti civili, per i reati di esercizio abusivo della professione, falso e truffa.
E’ la prima volta in Italia che un giudice riconosce il danno subito da un Ordine provinciale dei consulenti del lavoro causato dall’esercizio abusivo della professione. L’uomo, violando le riserve di legge previste per i consulenti del lavoro, ha operato per anni in svariati Comuni della provincia di Palermo riuscendo ad acquisire diverse decine di incarichi professionali da parte di aziende clienti, alcune delle quali, costituitesi parti civili, hanno anch’esse ottenuto il riconoscimento del danno e di una provvisionale.
Il procedimento penale, durato circa tre anni, si è articolato in una dozzina di udienze durante le quali si sono susseguite numerose testimonianze. “Ci riteniamo soddisfatti della sentenza – commenta Vincenzo Barbaro, presidente dell’Ordine dei consulenti del lavoro di Palermo – perché riconosce per la prima volta in Italia un principio fortemente sostenuto dalla nostra categoria professionale: un soggetto che si spaccia per consulente del lavoro crea un danno d’immagine all’intera categoria, ma anche una perdita di reddito per i veri consulenti del lavoro che sono sottoposti a rigidi obblighi formativi e deontologici. Inoltre, in questo caso – sottolinea – i clienti del sedicente professionista hanno subito ingenti danni, al punto che in alcuni casi gli imprenditori sono stati costretti a liquidare le loro aziende. Un ringraziamento – conclude Barbaro – va al Nucleo ispettivo dei Carabinieri presso l’assessorato regionale al Lavoro, per l’opera che ha svolto”.
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