Pachino, otto studentesse americane studiano le aziende aretusee che puntano al mercato internazionale
L’Arcadia University presenta un interessante progetto che vedrà coinvolte otto delle sue studentesse americane per studiare cinque aziende, tra le aziende più rilevanti del territorio siracusano, per far acquisire loro la conoscenza dei processi produttivi e, coordinate dal docente di FamilyBusiness Paolo Loreto, saranno impegnate a mappare e analizzare per disegnare un progetto di internazionalizzazione che possa integrare le azioni già attive al momento su questo versante. Tra le 5 aziende scelte per capacità di interlocuzione con i mercati internazionali c’è anche il progetto PACH.ITA, che rappresenta una nuova realtà commerciale, approdata sui mercati internazionali da poche settimane, che intende raggruppare i maggiori produttori di pomodoro di Pachino, soprattutto nelle due varietà ciliegino e Marinda. Il gruppo Fortunato, socio fondatore di PACH.ITA e leader nella commercializzazione di ortofrutta d’eccellenza, ospiterà quattro delle studentesse coinvolte nel progetto per un mese. Grazie all’interazione tra il management dell’azienda e le studentesse sarà stilato un piano di internazionalizzazione per il brand PACH.ITA:“Si tratta di un progetto ambizioso- afferma Joe Fortunato, amministratore del gruppo- che vuole rafforzare il valore del prodotto e del brand territoriale, celebre in tutto il mondo, conferendo ai produttori una maggiore forza contrattuale. Il nostro pomodoro è richiestissimo in Germania, Danimarca, Olanda e in tutto il nord Europa. PACH.ITA intende dialogare con loro con una prospettiva unitaria, che certamente premierà questa scelta”. “Ci è sembrato interessante- aggiunge Paolo Loreto, docente referente del progetto- aggiungere questo case history al nostro percorso di studio. Tra le otto studentesse che hanno aderito, 4 si occuperanno del progetto PACH.ITA. Tra circa un mese, presenteremo i risultati della nostra ricerca e delle proposte per migliorare l’efficacia dei processi di internazionalizzazione”.
Emanuela Volcan