Pachino: Arrestate 4 persone associati al clan mafioso “Giuliano”. Si tratta di padre e 2 figli ed una quarta persona
Sono scattate questa mattina le manette ai polsi di Giuseppe Vizzini detto “Peppe Marcuottu”, di anni 54 padre di Simone ed Andrea rispettivamente di 29 e 24 anni, e di Giovanni Aprile che risulta ancora ricercato.
L’operazione è stata eseguita dagli agenti della Polizia di Stato in servizio presso il Commissariato di Pubblica Sicurezza di Pachino su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Catania.
I 4 soggetti sono stati riconosciuti colpevoli per i reati di minaccia e violenza ad un pubblico ufficiale, danneggiamento aggravato, detenzione e porto illegale di un ordigno esplosivo, tutti aggravati dalle modalità mafiose e dalla finalità di agevolare l’associazione mafiosa denominata Clan Giuliano attiva nel territorio di Pachino e Portopalo di Capo Passero.
Nello specifico lo scorso 29 dicembre a Pachino gli arrestati hanno fatto esplodere l’autovettura dell’Avvocato Quattropani che stava svolgendo la funzione di curatore fallimentare nominato dal Tribunale di Siracusa procedendo al rilascio all’avente diritto di un distributore di carburante gestito dalla ditta condotta dalla moglie di Vizzini Giuseppe, Corvo Franca.
A Vizzini Giuseppe veniva contestato il reato di minaccia e violenza ad un pubblico ufficiale aggravato dalla modalità mafiosa commesso nel febbraio 2017, in data antecedente all’esplosione della bomba carta, quando con intimidazione consistita nel chiederle se aveva figli e ricordandole l’uccisione del cognato per un regolamento di conti minacciava il curatore fallimentare al fine di interrompere la procedura di apposizione dei sigilli al distributore di carburante oggetto della procedura. Le indagini immediatamente avviate dal Commissariato di Pachino dietro denuncia dell’avvocato, che aveva riferito anche delle minacce ricevute nei mesi antecedenti, consentivano di ricostruire dettagliatamente i movimenti degli indagati dal momento del pedinamento dell’Avv. Quattropani sino all’esplosione dell’ordigno. Dalle indagini è emerso che Vizzini Giuseppe trasportasse a bordo di una Renault Kangoo il figlio Simone sul luogo dell’esplosione e controllasse poi a distanza l’operato delle forze dell’ordine. Vizzini Simone, dopo aver ricevuto un accendino da Aprile Giovanni, posizionava l’ordigno sotto l’autovettura della Quattropani cagionando l’esplosione. Il fratello Andrea concorreva nell’attentato come “palo” avendo costantemente osservato i movimenti dell’Avvocato Quattropani durante i suoi spostamenti nella Piazza Indipendenza di Pachino.
Ad acclarare i legami degli indagati ed il boss Giuliano Salvatore ci sono alcuni dialoghi registrati tra Vizzini Giuseppe e lo stesso Giuliano, dai quali emerge la condivisione di propositi criminali e il comune interesse alla difesa della “reputazione”, nonché la sussistenza di rapporti imprenditoriali, dato che il figlio di Giuliano ed uno dei figli di Vizzini sono i titolari dell’impresa agricola “La Fenice” avviata nel 2013 e attiva nel settore della produzione ortofrutticola.
Vizzini Giuseppe ed il figlio Simone ed Aprile Giovanni, espletate le formalità di rito sono stati condotti presso il carcere di Bicocca-Catania, mentre Vizzini Andrea presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari