(Video) Ortigia, un quartiere per ricchi, e non per i siracusani. Numero degli abitanti ai minimi storici: i residenti sono meno del 4 %
“Ben vengano nuovi finanziamenti della Regione per Ortigia, ma diventa sempre più urgente e opportuno modificare i criteri per l’attribuzione dei contributi”. A parlare è il consigliere comunale di Siracusa Salvo Sorbello che spiega come Ortigia sia ormai diventato un quartiere per ricchi e non per i siracusani. Oggi sono solo 4.000 i residenti che ci vivono. Sorbello fa un’analisi attenta dei motivi che hanno portato il rione a spopolarsi: “Ho avviato la richiesta alla Comunità Europea dei fondi Urban – spiega – e devo purtroppo rilevare come, a fronte di decine di milioni di euro di contributi pubblici erogati per la ristrutturazione degli edifici, il numero degli abitanti di Ortigia sia al minimo storico. Nel 1960, quando Siracusa aveva 72.180 abitanti, Ortigia ne contava ben 22.783 e cioè il 31,6% del totale. Nel 1980 i residenti di Ortigia erano scesi a 10.055 e ora siamo al minimo storico di 4000 residenti circa, su un totale di cittadini siracusani di 118.000 e quindi meno del 4% dei siracusani vive in Ortigia. I siracusani sono stati quindi espulsi dal centro storico e, viste le attuali valutazioni degli immobili, di Ortigia, è pressoché impossibile per una coppia di giovani di casa nostra poterci andare a vivere. I contributi pubblici non devono, a mio avviso, essere concessi a chi magari ha speso milioni di euro per comperare un immobile, che poi utilizza solo per brevi periodi ogni anno o per mere speculazioni: i forestieri sono i benvenuti ma che si paghino gli immobili di tasca loro, senza fruire di soldi pubblici, che devono essere erogati, in via prioritaria, a chi s’impegna a risiedere in Ortigia per almeno dieci anni. Cosi potremo ripopolare Ortigia e consentiremo alle famiglie siracusane di tornare ad abitare nell’isolotto. Non comprendo inoltre il ritardo con cui l’Amministrazione non propone il nuovo Piano Particolareggiato di Ortigia, visto che l’attuale, approvato nel 1990, è scaduto da 14 anni. In tale contesto, vanno individuate le zone di edilizia economica e popolare, con recupero dell’esistente, mentre per i grandi contenitori è opportuno privilegiare la destinazione ad uso pubblico”.
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