Noto. Il consigliere Aldo Tiralongo (Pd/Rinnovamento per Noto), interviene in difesa dell’amministrazione sul caso del “manifesto satirico”
Noto. Riceviamo e pubblichiamo interamente, il pensiero del consigliere comunale Aldo Tiralongo, sulle ultime vicende politiche che hanno interessato la città Barocca.
Tiralongo, che siede tra i banchi della maggioranza, riavvolge il nastro sulla vicenda, provando a fare chiarezza e, soprattutto, spezzare una lancia in favore dell’amministrazione.
Ecco il testo senza alcuna modifica:
“Evidentemente il dibattito fino a sera tarda in Consiglio Comunale, i chiarimenti forniti in più occasioni e sedi diverse da parte degli assessori Raudino e Terranova non sono stati sufficienti per placare l’offensiva di quelle forze politiche che avevano chiesto l’istituzione di una Commissione d’Inchiesta sulle spese nei settori turismo e cultura.
Non intendo mettere in discussione le buone intenzioni di quelle forze politiche e degli amici di Noto Libera e di un settore del PD che hanno ritenuto di sostenere la richiesta di una Commissione d’Inchiesta e tento un ragionamento se non dopo aver avvisato del rischio che quelle buone intenzioni possano scivolare a mero populismo e demagogia, quando si abbandona il percorso del confronto e del dialogo e si parla alla pancia della pubblica opinione. Facile tentazione quando la materia è il denaro pubblico, in un’epoca in cui la sfiducia verso la politica ha raggiunto picchi altissimi. Facile quando si traccia una linea verticale iscrivendo da un lato tutti quelli che vogliono la commissione d’inchiesta e, quindi, trasparenza e chiarezza, dall’altro versante quelli che la negano, che non intendono fare chiarezza perché (facile conclusione, sic!) hanno qualcosa da nascondere.
Il manifesto affisso in questi giorni sulle mura della città, di certo legittima satira, appare anche espressione di bieca demagogia, dimostrazione del rischio sopra paventato.
La trasparenza è un principio fondamentale attraverso cui chiunque può valutare l’attuazione dei principi costituzionali della imparzialità e del buon andamento. Attraverso essa l’amministrazione della cosa pubblica diviene comprensibile, perché conoscibile e controllabile. Per realizzare questo obiettivo, fondamentale in una democrazia, il Legislatore ha predisposto una serie di strumenti, quali l’accesso agli atti, la pubblicità, le interrogazioni, le interpellanze. Anche le Commissioni d’inchiesta, previste dal regolamento del nostro Consiglio Comunale concorrono allo stesso obiettivo. Ma hanno un fondamento tecnico-giuridico diverso: occorrono “gravi” fatti.
Le funzioni che il nostro Regolamento attribuisce alle Commissioni d’Inchiesta non coincidono con quelle indicate dall’art. 82 della nostra Costituzione che li prevede su “materie di pubblico interesse”. Tant’è che troviamo negli annali delle Legislature repubblicane Commissioni Parlamentari d’Inchiesta non solo su vicende giudiziarie gravissime (caso Moro ad esempio) ma anche sulla condizione giovanile, sulla miseria, sulla disoccupazione. L’attivazione della Commissione Comunale d’Inchiesta è legata a circostanze, vicende, fatti che possono essere definiti gravi, in mancanza dei quali occorre fare ricorso ad altri istituti quali le commissioni di studio.
Ebbene, sia dalla mozione che dal dibattito in Consiglio Comunale non è emerso alcun elemento “grave” sulla gestione dei settori turismo e cultura e sulle spese sostenute. Gli stessi Revisori dei Conti hanno ritenuto assolutamente regolare il bilancio su quei capitoli, senza eccepire nulla. Appare, sinceramente, strumentale fare riferimento a vicende (concerto di Mario Venuti e presentazione del libro di Marisa Laurito) già ampiamente chiarite. Ed appare inesistente qualsiasi dubbio sulle spese per il concerto di Paolo Belli (a Pozzallo con lo sponsor, quindi gratuito, a Noto senza sponsor e conseguentemente oneroso per le casse comunali).
Nessun dubbio, quindi. Resta l’ambito dell’approfondimento, dello studio e, financo, di una ulteriore chiarezza. Per questo vi sono strumenti altri, di certo non la Commissione d’Inchiesta.
Non si potevano sacrificare sull’altare di principi realizzabili in altro modo, concittadini incaricati di gravosi oneri e che proprio sulla trasparenza fondano la loro azione amministrativa, consegnandoli alla gogna mediatica, con l’effetto grave di oscurare dati che rilevano non solo le spese dei settori turismo e cultura, assolutamente in linea con amministrazioni del passato, ma soprattutto le ricadute economiche e sociali del loro impegno.
Dati da cui chiaramente emerge che, in una fase di contrazione economica e di gravissima crisi, il flusso turistico a Noto ha avuto un incremento fra i maggiori registrati in Italia e nell’isola nonché vantaggi economici per tutto l’indotto. Grazie anche ad una offerta culturale che ha fatto si che la nostra città venisse eletta fra i più belli borghi d’Italia.
Sono certo che sia possibile operare avendo due obiettivi, trasparenza e confronto sulle politiche turistico-culturali, utilizzando strumenti corretti ed appropriati, con la disponibilità di tutti al confronto e al dibattito”.
Aldo Tiralongo consigliere comunale PD/Rinnovamento per Noto
Ottavio Gintoli
Nella foto, su gentile concessione di Paolo Interlando, il consigliere Tiralongo (a sinistra), assieme ai colleghi di partito Frasca e Valvo.