NOTO, DUE GIORNI PER RICORDARE IL TERREMOTO DEL 1693. FOCUS SULLA COMUNITA’ EBRAICA A NOTO ANTICA
Sala Gagliardi di Palazzo Trigona ha ospitato stamane il convegno “Segni ed eredità della cultura ebraica” organizzato dall’Archeoclub di Noto ed Emma Migliore con il Patrocinio del Comune di Noto, Assessorati alla Cultura e al Turismo. Per il secondo anno consecutivo si è deciso, dunque, di ricordare i tragici fatti dell’11 gennaio 1693, il terribile terremoto che rase al suolo Noto, per soffermarsi sulla storia e l’approfondimento scientifico di alcune pagine della Città che sorgeva sul monte Alveria. “La consapevolezza dell’importanza del sito di Noto Antica per la Noto di oggi è manifestata dalla forte volontà di questa amministrazione di valorizzarlo attraverso una serie di azioni integrate e complementari – ha evidenziato l’Assessore Cettina Raudino nei saluti d’apertura al convegno-. Ci piace la formula scelta anche quest’anno nello sviluppo di una due giorni che sia studio e conoscenza attraverso espressioni ed attività diverse che permetteranno una visione ricca del tema scelto”. Infatti oltre all’appuntamento di oggi, domattina, domenica 11 gennaio, a partire dalle ore 9,30 si terrà una “passeggiata nel tempo” a Noto Antica, sempre a cura dell’Archeoclub, con performance teatrale di Salvatore Tringali. Il viaggio inizierà da Cugno Vasco e percorrendo un’antica mulattiera intagliata nella roccia bianca, si percorrerà la Cava del Salitello fino al gruppo di tombe definite da Orsi “necropoli nord-est”. Una scoperta dietro l’altra nel percorso preparato dagli organizzatori che si concluderà con la veduta panoramica della Valle del Carosello dove una voce narrante racconterà cosa è successo sotto quelle rovine, conducendo i presenti alle vicende vissute dalla comunità ebraica prima del 1492. Torniamo al momento del convegno iniziato con le relazioni di Laura Falesi, Presidente dell’Archeoclub d’Italia, sede di Noto, che ha presentato insieme con Emma Migliore, co organizzatrice dell’evento, le peculiarità di questa due giorni: “L’11 gennaio ci riporta con la memoria, come ogni anno, a Noto Antica con l’evento tragico che ha lasciato una profonda ferita nell’anima della nostra Comunità. In questa data l’antica città si apre, come uno scrigno e ci svela le radici della nostra identità. Quest’anno cercheremo di recuperare dalle nostre rovine e dalle pagine dimenticate dei testi le testimonianze della presenza determinante della comunità ebraica. Poco o nulla sappiamo e proprio per questo vogliamo avviare un percorso di studio e di ricerca storica che analizzi l’eredità culturale ebraica e le contaminazioni che hanno lasciato traccia nella nostra cultura”. Subito dopo un momento musicale e canoro con Elisa Nocita e Laura Vinciguerra all’arpa “In-canti mediorientali”, che ha creato la giusta atmosfera per immergersi successivamente negli aspetti storico scientifici affrontati dai relatori. Lorenzo Guzzardi, Soprintendente BB.CC.AA. di Caltanissetta e Direttore del Museo Civico di Noto, con l’ausilio di foto documentarie ha illustrato “recenti acquisizioni sulla presenza ebraica nel comprensorio siracusano” e nello specifico il territorio di Noto: “Un veloce exscurs di quanto è stato trovato e che si riferisce al periodo storico tra il IV e il VI secolo dopo Cristo per Noto. Sebbene ancora elementi ci sfuggono e soprattutto alcune delle cose trovate e testimoniate da Paolo Orsi oggi non si trovano più. Nel complesso, però, possiamo proprio affermare, che nel territorio netino la presenza di testimonianze ebraiche è molto forte, ed è tra le più importanti”. La parola è poi passata ad Angela Scandaliato, medievista, specialista in storia dell’ebraismo siciliano, con il tema: “Testimonianze ebraiche tra Siracusa e Noto nel 400”: “É sempre un godimento venire a Noto, nell’occasione ancora di più perchè ci sono tante cose interessanti da dire sul tema. Intanto, però, vorrei evidenziare che l’ebraismo non è solo religione, secondo me è un autentico universo dove c’è sempre tanto da studiare ed approfondire”. La sua serie di slide è partita dal simbolo più noto dell’ebraismo: il candelabro che rappresenta l’albero della vita. E poi una serie ricchissima di elementi dalle incisioni ai bagni rituali, dalle lapidi alle fonti battesimali. “Ci sono documenti come gli atti del notaio Musco di Noto, sono pochi ma vanno studiati – invita la relatrice-. In base alle testimonianze la comunità ebraica aveva almeno 100 nuclei familiari, circa 500 individui, ridottasi, a causa di massacri in momenti diversi, a 20 e dunque circa 100 ebrei”. Dopo il break e un nuovo momento musico-canoro è ripreso il convegno affrontando lo sviluppo della comunità ebraica nel territorio attraverso gli aspetti culturali, sicuramente tra le più dotte in Sicilia, aspetti economici, forte nel commercio del grano e nei prestiti. In pratica cioè che oggi identificheremmo come borghesia medio alta”. A chiudere la mattinata poi Giovanni Di Maria, operatore culturale, con “Tracce di racconti ebreo-sefarditi a Noto”. Il suo intervento ha permesso un accostamento tra le vicende popolari del nostro Giufà con il Joha ebraico. “A Noto la tradizione di Giufà è molto forte e, forse, incidentalmente anche quella di Salomone. In base ai racconti raccolti tra gli anziani risulta quasi che Giufà sia il fratello scemo di re Salomone ma che attraverso il sesso e il mercato diventa piu saggio della testa coronata”. Insomma arditi accostamenti della più intrinseca tradizione popolare. Al termine del suo intervento un nuovo momento musicale sottolineati dagli scroscianti applausi dei preseti. Il saluto della Presidente Laura Falesi e l’arrivederci a domattina ore 9,30 a Noto Antica, per la passeggiata culturale, un appuntamento da non perdere.
Emanuela Volcan