Noto: arrestati dai Carabinieri a Testa dell’Acqua due malviventi in trasferta dalla Calabria
Nel corso della nottata appena trascorsa, i Carabinieri della Stazione di Testa dell’Acqua, frazione di Noto hanno tratto in arresto due soggetti residenti in Calabria sorpresi mentre stavano asportando alcuni capi di bestiame da una locale azienda agricola. Nel corso di un servizio di controllo del territorio che rientra in una più ampia attività disposta dal Comando Provinciale dei Carabinieri per contrastare il fenomeno dei furti in ambito rurale ed in particolar modo dell’abigeato, anche a seguito di quanto stabilito in sede di un Comitato per l’Ordine e Sicurezza Pubblica tenutosi negli ultimi tempi, i militari della Stazione di Testa dell’Acqua hanno tratto in arresto GIOFFRE’ Fabio Giuseppe, di anni 38, pregiudicato per reati contro il patrimonio e CUPPARI Francesco, di anni 30, con precedenti di polizia, entrambi di Reggio Calabria, mentre erano intenti a sottrarre nove bovini adulti dall’interno di un’azienda agricola di proprietà di un imprenditore agricolo di Avola. I due malviventi venivano sorpresi dai Carabinieri proprio mentre stavano caricando i capi di bestiame del valore di € 1.500 circa cadauno, a bordo di un furgone Turbo Daily, mezzo con cui avevano raggiunto la località di Testa dell’Acqua in trasferta dalla Calabria.
L’attività di controllo del territorio e di contrasto ai reati in ambito rurale, ha consentito ai Carabinieri del Comando Provinciale di trarre in arresto, nell’ultimo anno, oltre 70 soggetti sorpresi, in flagranza di reato, a commettere furti all’interno di aziende o di abitazioni e casolari agricoli di tutta la provincia, fenomeno sui cui l’Arma mantiene alta l’attenzione proprio per l’impatto che ha sull’economia locale basata sulla coltivazione di ortofrutta e sull’allevamento.
I capi di bestiame ricuperati, sono stati restituiti al legittimo proprietario mentre l’autocarro utilizzato dai due malviventi è stato sottoposto a sequestro.
Gli arrestati, espletate le formalità di rito, venivano tradotti presso la casa circondariale di “Cavadonna” a disposizione dell’ Autorità Giudiziaria.