NOTO, APPLAUSI E GRANDE INTERESSE PER SMOKINGS DI MICHELE FORNASERO IN CONCORSO AL DOC/IT PROFESSIONAL AWARDS
Ancora una grande serata a Teatro Tina Di Lorenzo, ancora un documentario che lascia il segno negli spettatori, un dibattito aperto ed interessante che poteva condurci sino alle ore piccole senza fatica. “Il Mese del Documentario” segna una nuova tappa all’insegna della qualità e della partecipazione che inizia a non essere più una novità ma una piacevole conferma, con il Collettivo artistico FrameOff entusiasta per i numeri e per i riscontri che sta ottenendo questa nuova scommessa sul cinema del reale. Domenica sera il secondo appuntamento con la Rassegna organizzata da Doc/it in 14 città, 10 italiane tra cui Noto e 4 europee, ha visto la proiezione del film Smokings insieme con l’autore Michele Fornasero, e che all’inizio è stato presentato dai componenti di FrameOff, Licia Castoro, Francesco Di Martino, Giuseppe Portuesi e Francesco Valvo rimandando a dopo la proiezione il dibattito con il regista. Tematica sempre attuale quella del fumo, delle aziende del tabacco, dei monopoli, del contrabbando e delle sue varie sfaccettature, di un business vecchio quanto il mondo; eppure già dai primi frame comprendiamo che qui la storia è ben diversa, che un fatto vero, ma ai più sconosciuto, sarà affrontato con quella veridicità di chi non ne fa una battaglia tra il bene e il male, ma ci vuol mostrare semplicemente e senza veli quanto accaduto ai due fratelli Messina titolari di un’azienda italiana che produce sigarette, una delle due uniche società presenti nello Stivale. Quattro anni di lavoro per Fornasero e la sua equipe fatta di momenti concordati con i due titolari della Yesmoke e e di altri, invece, estemporanei e frutto di fatti che accadevano senza preavviso, come il blitz delle Forze dell’Ordine ed i sigilli apposti alla fabbrica di Settimo Torinese. La sequenza delle scene permette così allo spettatore di entrare nei meccanismi della vicenda con naturalezza e facile comprensione, dal momento in cui nasce il business dei Messina e della loro Yesmoke, società che vendeva sigarette on line per trasformarsi poi in una vera e propria fabbrica di bionde. E sono loro, i protagonisti a raccontarci tutto, comprese le ansie dei primi processi a loro carico. Già, perché, era impensabile che la loro attività on line, dal fatturato di 100 milioni di dollari l’anno, non scomodasse le grandi potenze del mercato mondiale. Ma proprio la prima richiesta di risarcimento danno, posta in essere dalla Philips Morris, nella misura di 550 milioni di dollari di danno, poi sanciti nella quantità di 174 milioni dal Giudice, spinse i due fratelli a rispondere con la costruzione della fabbrica ed una concorrenza spietata verso gli altri produttori. Anche questo ulteriore sviluppo (sottolineato dal racconto e dalle immagini usate dal regista in maniera appropriata) innescò altre conseguenze dove non si può proprio dire che le grandi Aziende non abbiano usato ogni mezzo per ostacolarli, ed infatti appare chiaro dalle vicende giudiziarie che danno loro ragione non seguite però dai fatti che invece vedono addirittura l’apposizione dei sigilli alla fabbrica e lo stop ai camion per la distribuzione del prodotto, perché nel frattempo all’interno il lavoro non si fermava. Ma il film non ha una conclusione, non può averla e adesso ci lascia la curiosità di capire cosa è successo nel frattempo. Sui titoli di coda partono gli scroscianti applausi dei presenti e sul palco, accompagnato dai componenti del Collettivo FrameOff, Michele Fornasero si sottopone ben volentieri alla serie di domande, e di molti complimenti, che arrivano dalla platea. Entra prima nei dettagli tecnici del film con alcuni dati: 4 anni di lavoro e 300 ore di riprese, budget di 240 mila euro, un anno e mezzo per il montaggio, venti le città che hanno già proiettato il film, la diffidenza iniziale dei due protagonisti ad aprire le porte del loro privato e poi la scoperta della storia: “Stavo facendo un documentario a Settimo Torinese quando ho scoperto questa fabbrica e incuriosito andai a chiedere, la loro vicenda, mi sembrò allora meritoria di uno spazio tutto suo e così è stato. – dichiara il regista Fornasero- E poi loro sono davvero due personaggi incredibili che, non ci crederete, non lo fanno per interesse economico; inseguono delle idee e provano a realizzarle”. In effetti appare chiaro in tutto il film anche il grande rapporto tra i due.”Sono molto uniti e pur avendo altri affetti e altri interessi, il vero nucleo familiare prima è composto da loro due e poi c’è tutto il resto”. Una storia nella storia che tiene alta l’attenzione senza spostarla dal vero obiettivo che è quello di alzare un po’ il velo sui grandi interessi del mercato mondiale che poco tiene conto anche della tutela della salute del consumatore. Su questo aspetto in realtà il regista non si è soffermato anche se l’inizio del film lancia proprio dei messaggi chiari su cosa contiene una sigaretta, su cosa si fa per creare la dipendenza e così via, ma è solo un accenno e lo conferma a precisa domanda dalla platea lo stesso Fornasero. “Adesso i due fratelli Messina sono in carcere con l’accusa di frode e contrabbando, da cinque mesi ormai, ed in attesa di processo con l’Azienda al momento ancora aperta ma che verrà messa in vendita. Ci scriviamo ed aspettiamo gli esiti della vicenda perché su questa storia è probabile che io tra qualche anno ci faccia un film, volevo evidenziare che né la Philips Morris e né i Monopoli ci hanno concesso interviste pur provandoci con insistenza”. Ci lasciamo con questa promessa e l’appuntamento a giovedì 7 maggio con il terzo film in concorso al Doc/it Professional Awards “The stone river” di Giovanni Donfrancesco che sarà presente al Tina Di Lorenzo.
Emanuela Volcan