Eventi e CulturaNewsProvincia di AgrigentoProvincia di CataniaProvincia di PalermoProvincia di RagusaProvincia di SiracusaRegione

|L’Editoriale| Tra 3 giorni è l’8 marzo… la “festa della donna”?! E cosa ci sarebbe da festeggiare?!

Quanta ipocrisia in chi festeggia l’8 marzo, la giornata dedicata alla donna!

Di Ilaria Greco

Tra tre giorni sarà l’8 marzo e già in tv si vedono le solite pubblicità, i fiorai si sbizzarriscono ad addobbare le vetrine e i ristoratori cominciano a proporre i loro menu particolari per l’occasione… Ancora una volta una festa che non ha alcun senso, o meglio, un senso ce l’avrebbe nella misura in cui i diritti delle donne siano stati davvero conquistati. E invece ancora tra una colonna e l’altra di giornale leggo di un tentativo di violenza o di uno stalking, ancora mi capita di parlare di donne che hanno avuto il permesso (“permesso”?? perchè?!) dal proprio marito per andare a partecipare ad un gruppo di preghiera, e di altre a cui è andata peggio, perchè non è concesso loro neanche di pregare, giacchè i loro mariti (gli stessi che tra qualche giorno si presenteranno con un bel mazzo di mimose gialle) come farebbero una giornata senza le loro mogli? Al ritorno da lavoro qualcuno dovrà pur fargli trovare il piatto pronto e fumante e una camicia stirata e profumata! Come si fa? Non possono certo farlo da soli! Così, la “festa della donna”, che in realtà ho sempre preferito chiamare “Giornata internazionale dei diritti della donna”, appare delineata da due tipi di linee, informi e disordinate, ma contigue: da una parte l’ipocrisia, dall’altra il business, spesso alla stessa maniera in cui appare una festa di San Valentino o una Festa dei lavoratori… Non cambia molto, il succo è sempre lo stesso: cosa c’è da festeggiare? Tutt’al più si può solo riflettere, e se rifletteste veramente capireste che quelle mimose non hanno davvero alcun senso e potreste benissimo risparmiarvi i vostri soldi, se per i restanti 364 giorni (quest’anno 365 visto che è bisestile) alle vostre mogli fate mancare l’amore e l’affetto, se fate mancare loro la libertà, se ancora alla nascita di un bimbo imponete che si metta il nome del vostro genitore e il vostro cognome, se ancora tornando a casa aspettate la pappa pronta, se ancora aprendo il cassetto vi lamentate di lei se non c’è una maglia pulita, se ancora preferite che lei stia a casa ad accudire i figli piuttosto che incitarla ad andare avanti nella sua carriera, se ancora siete facili chiamare una donna “puttana”, se ancora… se ancora…. Quanto ancora? Cos’altro ancora prima che si arrivi a festeggiare davvero il giorno delle donne, ricordando ciò che è stato e brindando perchè non c’è più? Fino a quella data (e io sono ottimista, e so che avverrà!) tra tre giorni non fateci gli auguri, vi prego. Portateci una mimosa, quello sì, ma fatelo con coscienza, fatelo consapevolmente, fatelo in segno di rispetto. Perchè la mimosa prima che un fiore è un simbolo. E voi donne, vi prego, non fatevi ancora umiliare, fatevi portare rispetto, fatevi trattare alla pari, perchè questo siete. Non un passo indietro, nè uno in avanti, ma camminate di fianco!

Pubblicità