Eventi e Cultura

Perchè si festeggia l’8 marzo? La vera storia della Festa della Donna

di Ilaria Greco

8 Marzo: “Festa della Donna”. Come ogni anno chili di mimose, migliaia di messaggi di auguri e locali pieni di donne magari accerchiate da spogliarellisti. Donne che si riuniscono a cena, che brindano. E anche donne che cercano la festa più costosa con l’omino di turno perfettamente sconosciuto venuto da chissà quale trono di chissà quale trasmissione televisiva…  Ma queste donne lo sanno perché è festa l’8 Marzo?

La vera storia della Giornata della donna

Forse non tutti sanno che la “Giornata internazionale della donna” ha alle spalle lotte e battaglie di colore politico e in particolare colore di sinistra. La questione infatti all’inizio fu prettamente politica: dare anche alle donne il diritto di votare.

La prima e ufficiale manifestazione in favore del diritto delle donne al voto, il cui tema era già stato lungamente discusso negli anni precedenti, si tenne negli Stati Uniti il 23 febbraio 1909 per volere del Partito Socialista americano. Le manifestazioni per il suffragio universale si unirono presto ad altre rivendicazioni dei diritti femminili: tra il novembre 1908 e il febbraio 1909 migliaia di operaie di New York scioperarono per giorni e giorni per chiedere un aumento del salario e un miglioramento delle condizioni di lavoro.

Nel 1910  l’VIII Congresso dell’Internazionale socialista propose per la prima volta di istituire una giornata dedicata alle donne. Le celebrazioni si svolsero quasi ogni anno in molti paesi del mondo in date diverse, ognuna delle quali ricordava un episodio specifico.

L’arrivo della grande guerra e la rivoluzione russa di febbraio

Le manifestazioni furono interrotte dalla Prima guerra mondiale in tutti i paesi belligeranti finchè l’8 marzo 1917 le donne di San Pietroburgo scesero in piazza per chiedere la fine della guerra, cosa che incoraggiò successive manifestazioni di protesta che portarono al crollo dello zarismo; così l’ 8 marzo 1917 è rimasto nella storia a indicare l’inizio della «rivoluzione russa di febbraio», nella quale appunto (ed è bello ricordarlo!) le donne avevano avuto una parte attiva e determinante! Fu questo evento a cui si ispirarono il 14 giugno 1921 le delegate della Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste a Mosca quando scelsero l’8 marzo come data in cui istituire la “Giornata Internazionale dell’Operaia”.

E in Italia?

In Italia la Festa della Donna iniziò ad essere celebrata nel 1922 per iniziativa del Partito comunista d’Italia ed ebbe la stessa connotazione politica e di rivendicazione sociale. L’iniziativa prese forza nel 1945, quando l’Unione Donne in Italia (formata da donne del Pci, Psi, Partito d’Azione, Sinistra Cristiana e Democrazia del Lavoro) celebrò la Giornata della Donna nelle zone dell’Italia già liberate dal fascismo. Con la fine della guerra, l’8 marzo 1946 fu celebrato in tutta l’Italia e vide la prima comparsa del suo simbolo, la mimosa, che fiorisce proprio nei primi giorni di marzo.

La connotazione fortemente politica della Giornata della donna, l’isolamento politico della Russia e del movimento comunista e, non da ultimo, le vicende della seconda guerra mondiale e il clima della guerra fredda contribuirono alla perdita della memoria storica delle reali origini della manifestazione. Così, nel secondo dopoguerra, cominciarono a circolare fantasiose versioni secondo le quali l’8 marzo avrebbe ricordato la morte di centinaia di operaie nel rogo di una inesistente fabbrica di camicie Cotton a New York (facendo probabilmente confusione con una tragedia realmente verificatasi in quella città il 25 marzo 1911, l’incendio della fabbrica Triangle, nella quale morirono 146 lavoratori, in gran parte giovani donne immigrate dall’Europa).

A partire dagli anni 50 la ricorrenza non fu più celebrata e anzi distribuire in quel giorno la mimosa o diffondere Noi donne, il mensile dell’Unione Donne Italiane (UDI), divenne un gesto «atto a turbare l’ordine pubblico».

La ricorrenza tornò alla ribalta negli anni ’70 grazie al movimento femminista. L’8 marzo 1972 la manifestazione della giornata della donna si tenne a Roma in piazza Campo de’Fiori. Il 1975 fu designato come “Anno Internazionale delle Donne” dalle Nazioni Unite e l’8 marzo divenne la giornata del ricordo delle battaglie femminili, dell’emancipazione femminile e delle tragiche morti di donne in nome di diritti di uguaglianza sessuale.

Cosa è rimasto di quelle battaglie politiche e sociali?

Quasi nulla. Pochi conoscono la vera storia della ricorrenza, non tutti ne capiscono il valore, spesso neanche a scuola se ne parla. E’ rimasta la voglia di divertirsi, di stare fra amiche, di andare a cena o in discoteca a far baldoria, di ricevere mimose. Nella peggiore delle ipotesi di circondarsi di spogliarellisti seminudi unti di olio. E c’è perfino chi dice “cosa c’è da festeggiare? io non la sento la festa della donna!”, oppure “per me deve essere festa della donna ogni giorno” e frasi insensate di questo tipo.

La Giornata Internazionale della Donna è una giornata istituita per ricordare i diritti civili e politici delle donne, i diritti di uguaglianza sessuale, e per ricordare le tante battaglie e le donne che per difendere questi diritti sono morte. Esattamente come, ad esempio, la “Giornata della Shoa” ricorre ogni anno per commemorare le vittime dell’Olocausto e per non dimenticare quella immane tragedia. Nessuno però si sognerebbe di dire “che senso ha questa ricorrenza!”, “deve essere giornata della Shoah ogni giorno” e cose di questo tipo.

Dovremmo, invece, tutte e tutti riflettere sul significato di questa ricorrenza, rendendoci conto dell’importanza di celebrarla. Noi donne, soprattutto, dovremmo ricordare chi siamo state e chi diventeremo continuando a lottare per la nostra dignità e i nostri diritti!

 

 

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