I dettagli dell’operazione che ha portato al sequestro dei 60 milioni di euro a Savalle legato al latitante Denaro
Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Palermo ed il R.O.S. dei Carabinieri, che alle prime luci di questa mattina ha dato esecuzione al sequestro di 60 milioni di euro di beni mobili e immobili, nel corso di una conferenza stampa tenutasi pochi minuti fa hanno esplicitato i dettagli dell’importante operazione.
All’imprenditore Giovanni Savalle, arrestato già nel 2014 assieme ad altre 15 persone, sono stati sequestrati una pluralità di beni (quote o intero capitale sociale delle società, complesso dei beni aziendali, beni immobili e mobili registrati, rapporti bancari e finanziari anche esteri) nella disponibilità anche dei suoi più stretti familiari, per un valore complessivo superiore ai 60 milioni di euro. Alla luce delle indagini svolte è risultato essere uno degli esponenti del mandamento mafioso di Castelvetrano inseriti nel circuito di favoreggiamento del latitante Matteo Messina Denaro.
“Tali rapporti hanno consentito, nel tempo, alle imprese di SAVALLE Giovanni di assumere rilevanti dimensioni nel tessuto economico della provincia di Trapani. E’ evidente infatti che lo stesso, nell’ambito della sua crescita imprenditoriale, ha goduto dell’appoggio e della “vicinanza” di influenti membri dell’associazione mafiosa quali GUTTADAURO Filippo (cognato di Matteo MESSINA DENARO) e CASCIO Rosario, rispettivamente già reggenti del mandamento di Castelvetrano il primo e della storica famiglia di Partanna il secondo, nonché di personaggi quali BECCHINA Giovanni Franco, BELLOMO Girolamo, RISALVATO Giovanni e GRIGOLI Giuseppe, accumulando così un enorme patrimonio personale solo formalmente lecito. La pericolosità sociale del SAVALLE è riscontrabile sia in numerosi procedimenti penali nel settore tributario (relativi a dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, mancato pagamento di imposte etc.) e nel settore fallimentare (bancarotta fraudolenta), sia in alcuni filoni di indagini condotte dal R.O.S. nell’ambito della ricerca del noto latitante castelvetranese” si legge nella nota trasmessa dalla Guardi di Finanza.
Il provvedimento di sequestro ha interessato: 22 complessi aziendali, 12 pacchetti di partecipazione al capitale di altrettante società, 28 rapporti bancari (sia in Italia che all’estero), 47 fabbricati e 8 autoveicoli, per un valore complessivo stimato in € 62.922.867,00.
Le società sottoposte a sequestro sono state già affidate ad un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Trapani – S.M.P., il quale già da oggi gestisce le aziende nell’interesse della collettività, dei clienti, dei fornitori e dei dipendenti.