I dipendenti dell’ex Provincia Regionale di Siracusa scrivono al presidente della Repubblica
Siracusa (11/03/2016) – Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata dai dipendenti dell’Ente di via Roma al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per sottolineare il pesante disagio in cui vivono centinaia di famiglie. Eco il testo:
“Egregio Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella,
chi le scrive è un numeroso gruppo di persone, donne e uomini, madri e padri, cittadini italiani.
Siamo impiegati pubblici, servitori dello Stato da sempre, bistrattati e dimenticati oggi.
Siamo i dipendenti “abbandonati” delle ex Province regionali siciliane e siamo disperati.
Noi affranti scriviamo a Lei da Siracusa, la bella città aretusea, ma lo stesso accorato grido Le giunge dalla vitale Catania, dalla operosa Ragusa, e, via dicendo, da tutte le altre città siciliane.
Il motivo? E’ presto detto. Ci rivolgiamo a Lei, perché Sergio Mattarella è il Presidente del nostro Stato, perché conosciamo il suo impegno e i suoi trascorsi politici e sociali, perché Lei è un siciliano e conosce bene la sua terra e i suoi problemi e perchè Lei è il garante della Costituzione, la carta dei diritti e dei doveri degli italiani e quindi anche il nostro.
Da tre lunghi anni, il pesante fardello della Legge che ha voluto l’abolizione delle Province d’Italia, è caduto solo su di noi. Tutte le Regioni italiane, infatti, si sono mosse ed hanno emanato leggi per i lori cittadini e dipendenti delle rispettive ex Province. Tutte ad eccezione della Regione Siciliana che, dopo mille proteste da parte nostra e centinaia di sedute assembleari, ha partorito, nell’agosto del 2015 la legge n. 15, quella dei sei Liberi Consorzi Comunali e delle tre Città Metropolitane. Una legge oggi imbrigliata ed impugnata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
La conseguenza? Anche questo è presto detto. I nostri cari Legislatori siciliani non hanno previsto le risorse finanziarie necessarie per consentire ai nascituri Liberi Consorzi di svolgere le Funzioni e i Servizi per la Comunità. Quei servizi che dovremmo garantire ai cittadini che pagano le tasse, quei Servizi che da sempre, noi impiegati e servitori dello Stato, ci onoravamo un tempo di svolgere e che oggi, ingiuriati e denunciati dai nostri stessi concittadini non possiamo più svolgere.
E mentre in tutto il resto d’Italia i nostri colleghi, dipendenti delle ex Province, sono stati garantiti da efficienti Leggi di riforma e lavorano assicurando quegli stessi servizi ai loro conterranei, noi invece, dipendenti delle 9 ex Province siciliane, non possiamo fare lo stesso perché a noi è toccata una legge vuota, che non ha un euro in dotazione, che non piace al Governo nazionale e che per questo è diventata il motivo del braccio di ferro tra due città, Palermo e Roma, tra due uomini Rosario Crocetta e Matteo Renzi. Ebbene, Presidente Mattarella, questo braccio di ferro tra due uomini sta costando un caro prezzo, il prezzo della dignità di oltre seimilacinquecento lavoratori, il prezzo dell’inefficienza dei servizi alle famiglie dei disabili, della mancata manutenzione alle strade in tutta Sicilia, del degrado delle scuole superiori per i nostri figli, e sta costando anche i soldi dello stipendio di noi tutti che Le scriviamo oggi.
Questo è quello che sta accadendo nei fatti: Palermo ha fatto questa Legge 15/2015 che non ha copertura finanziaria; Roma l’ha impugnata e non trasferisce alla Regione siciliana i 540 milioni di euro previsti nella Finanziaria dello Stato; a ciò si aggiunge anche il contributo di finanza pubblica imposto dalla Legge di stabilità per l’anno 2016 per le 9 Province siciliane che ammonta ad oltre 180 milioni di euro e che Roma sta trattenendo, a monte, dal gettito delle imposte, le uniche in grado di mantenere in vita le Province. Il risultato di tutto ciò è che le Province siciliane sono al default, hanno dovuto interrompere i servizi ai cittadini, tra cui quello importantissimo per i soggetti disabili, e noi dipendenti rischiamo le denunce in Procura e in più non stiamo percependo lo stipendio per mantenere le nostre famiglie.
Lei ci può spiegare come sia stato possibile tutto ciò? Lei potrà fare qualcosa per Noi e per le nostre famiglie? Lei può provare a fare chiarezza su questa situazione, spiegando a chi di dovere e con parole semplici, come le nostre in questa lettera, che non si può essere così ciechi e irresponsabili e nello stesso tempo ricoprire ruoli di massima importanza nello Stato Italiano? Può, Presidente Mattarella, spiegare al Governatore della Sicilia che le Leggi dell’Assemblea siciliana devono essere credibili per godere del privilegio della sua autonomia statutaria? E potrebbe, anche, convincere il Presidente del Consiglio dei Ministri che il contributo di finanza pubblica, che ci ha imposto con la legge di stabilità, sta dissanguando le nostre poverissime casse? Magari con il suo aiuto ed autorevole intervento riescono a capirsi meglio, non pensa che sia possibile?
Noi la preghiamo di farlo. Lo faccia Presidente Mattarella, lo faccia”.