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Coronavirus, Musumeci: “No al rientro dei boss nei luoghi d’origine”

“Esistono ragioni di sicurezza, di ordine pubblico e di buon senso per dire no al rientro di alcuni detenuti pericolosi nei luoghi dove vivevano e dove hanno commesso gravi reati”.

“L’incredulità che provano alcuni magistrati, da sempre in prima linea, è la stessa che sta provando la gente comune”.

“Se proprio si rende necessario assegnare agli arresti domiciliari personaggi mafiosi di spessore, allo scopo di decongestionare le carceri in questo periodo di epidemia, si prendano assolutamente in considerazione soluzioni diverse”.

Lo afferma il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, alla luce dei casi Bonura, Iannazzo, Sansone e, per ultimo, Zagaria.

Tutti detenuti condannati per mafia che hanno lasciato la cella in considerazione del loro stato di salute raggiungendo le rispettive abitazioni.

Il governatore siciliano si rivolge al premier Conte e ai ministri dell’Interno Lamorgese e della Giustizia Bonafede, affinchè si valutino misure alternative alla scarcerazione.

Per Musumeci la Sicilia è una terra che ha pagato un altissimo tributo al potere mafioso, in termini di vite spezzate e di sviluppo negato.

Il ritorno a casa di alcuni boss, con le restrizioni e i controlli del caso, può riaccendere “dinamiche di potere all’interno delle organizzazioni criminali”.

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