Controlli della Guardia di Finanza nei centri Sprar di Avola e Solarino, la responsabile: “ne usciamo rafforzati”
Esce allo scoperto la responsabile e mediatrice culturale dei Centri Sprar di Solarino ed Avola gestiti dall’Associazione Santo Stefano Onlus, in seguito ai controlli della Guardia di Finanza che hanno fatto emergere alcune inadempienze di natura tecnico-contabile e prodotto una serie di sanzioni. Una visita che viene definita, da Sofia Labid, addirittura didattica perchè ha dato modo di conoscere e apprendere alcuni meccanismi che. a chi si occupa di volontariato e sociale, può succedere di perdere di vista. “Abbiamo molta esperienza nell’erogazione dei servizi ai richiedenti asilo – scrive in un comunicato stampa – sappiamo bene come assistere gli immigrati e favorirne l’integrazione, ma la contabilità, i bilanci, la registrazione delle fatture non sono il nostro mestiere. Anche perché la gestione economica di una Onlus ha schemi molto rigidi, che devono essere rigorosamente seguiti per garantire quella finalità solidaristica che ne giustifica le agevolazioni fiscali. Pagheremo le sanzioni – si legge ancora – contenti di potere continuare il nostro lavoro al servizio del territorio, perché da questa visita noi usciamo rafforzati. Abbiamo, infatti, preso contezza di alcuni errori strutturali che adesso possiamo correggere per andare avanti con più forza e determinazione”.
Così continua ancora la lunga lettera scritta dalla responsabile dei centri Sprar: “Quel che conta davvero è, invece, il riconoscimento avuto del nostro stato di Onlus, della buona qualità dei servizi erogati, della professionalità dei nostri operatori, della trasparenza della gestione che si basa su una reale rendicontazione delle spese effettuate. Tutti elementi che ci consentono di continuare a lavorare a testa alta, incuranti delle maldicenze che, da “mafia capitale” in poi, si dicono sui centri di accoglienza per immigrati. Proprio per questo riteniamo assolutamente positivi i controlli e ci auspichiamo che questa attività della Guardia di Finanza si estenda a tappeto per far chiarezza su un settore che, se non agisce con assoluta trasparenza, perde ogni ragione di esistere. Un settore in cui “la devianza dei colletti bianchi” danneggia anche chi lavora correttamente. Perché in tutte le attività, ma soprattutto nella nostra, conta molto il capitale sociale, cioè quel patrimonio di credibilità e buona reputazione riconosciuta dalla società civile. Un mercato inquinato, quindi, distrugge la reputazione di tutto il Terzo Settore, cresciuta in anni di sacrifici al servizio dei più deboli, travolgendo tutto e tutti. Anche chi lavora onestamente.
Le indagini della Procura e l’attività della Guardia di Finanza, quindi, creano uno spartiacque tra buona e cattiva gestione, costituiscono un deterrente per trafficoni ed affaristi, liberando gli spazi occupati da quel malaffare che inquina uno splendido settore, come quello dell’assistenza ai richiedenti asilo. Un comparto in cui, prima del cervello, che analizza costi e ricavi, bisogna mettere in campo il cuore”.