Contagi a Villa Salus, un paziente proveniente dal Di Maria di Avola avrebbe importato il virus
Siracusa, 16 aprile ‘20 – “I sei tamponi positivi per altrettanti operatori di Villa Salus, devono far accendere i riflettori sul mondo della sanità privata.
Tamponi effettuati a pagamento, con grande solerzia dal titolare, visti i tempi lunghi prospettati dall’ASP.
E questo mentre ad Avola il personale ufficialmente in ferie per tampone ‘dubbio’ ha ricevuto una telefonata che dispone la quarantena.
Insomma, le linee guida del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità non erano una nostra immaginazione.”
È un nuovo preoccupante bollettino quello rilanciato dal segretario generale della UST Cisl Ragusa Siracusa, Vera Carasi, dal segretario della
FP Cisl, Daniele Passanisi, e dal segretario generale dei Medici Cisl, Vincenzo Romano.
“Purtroppo registriamo primi casi nel mondo della sanità privata – dicono i tre segretari
E soltanto grazie al senso di responsabilità del gruppo Tigano, titolare di Villa Salus, sono stati individuati i primi positivi.
Il caso ‘0’ sarebbe stato un anziano trasferito in quel centro, per una ischemia, proprio dall’ospedale di Avola.
Accertata la sua positività, è stato trasferito in un centro Covid. Villa Salus ha avviato il normale protocollo chiedendo all’ASP di poter effettuare i tamponi al personale.
È stato risposto che ci sarebbero voluti sette giorni. La struttura si è rivolta al laboratorio privato Campisi di Avola, ma questi ha risposto che lavora solo per l’ASP.
A questo punto la decisione di rivolgersi a Catania dove, a pagamento, sono stati effettuati i tamponi.”
“Non vorremmo, inoltre, – aggiungono – che a questi lavoratori venisse rigettata la pratica Inail perché gli esami sono stati effettuati da un laboratorio privato e non dall’ASP.”
Carasi, Passanisi e Romano tornano a sottolineare l’esigenza di alzare il livello di attenzione sul mondo delle strutture private, comprese le RSA.
“Diversi, tra il personale, sono liberi professionisti –aggiungono ancora – Bisogna verificare, quindi, qualsiasi possibile e rischiosa commistione tra strutture diverse, soprattutto quelle che ospitano anziani, fascia più debole.”
E mentre a Siracusa, dopo quanto scritto ieri, l’ASP ha inviato due infermieri a casa dell’ex ricoverato al quale era stato richiesto di andare da solo in
ospedale per effettuare il tampone di controllo, ad Avola una mezza ammissione che suona come l’ennesima auto-smentita.