Carlentini, il sindaco dichiara che il suo partito è il territorio
Carlentini, il sindaco dichiara che il suo partito è il territorio
In occasione delle ultime elezioni amministrative, tenutesi a Carlentini 17 mesi fa,
i partiti politici ci “costrinsero” a presentarci alla città esclusivamente con liste civiche, senza nessun simbolo di appartenenza partitica.
Pratica, questa, seguita in moltissime altre città dove si rinnovavano le cariche istituzionali elettive.
Il populismo aveva preso il posto dei programmi politici, i partiti e le loro nomenclature autoreferenziali avevano perso il legame con i territori, con la gente che per lustri era stata considerata solamente serbatoio acefalo dal quale emungere voti.
Ci si ricordava dei cittadini solo ciclicamente, in occasione di ogni tornata elettorale.
Quegli stessi partiti e qualche nuovo soggetto politico in fase di costituzione, oggi, accennano a ristrutturarsi o strutturarsi partendo dai territori, così dicono.
L’esperienza ed il vissuto, nonché per onestà intellettuale e coerenza nei confronti di quello che io dissi alla Mia città, in sede di presentazione della mia candidatura a Sindaco, e che mi portò un consenso quasi plebiscitario della Mia gente, mi impongono di non fare atto di fede politica nei confronti di chicchessia.
Sono fermamente convinto che la politica, quella con la “P” maiuscola, si debba sviluppare all’interno dei partiti, ma questa volta, proprio per le considerazioni sopra espresse,
la scelta di appartenenza non PUO’ prescindere da una condivisione territoriale, che passi da garanzie, oserei dire solenni o di “contratto”
che i partiti devono assumersi nei confronti della Mia collettività.
Garanzie non negoziabili con “posizioni” personali.
Per me le garanzie irrinunciabili e non negoziabili sono le politiche afferenti le tematiche che qui di seguito mi accingo, sommariamente, a sviluppare.
La politica di sviluppo deve basarsi sulla valorizzazione delle immense risorse agricole, paesaggistiche, culturali ed archeologiche che il Mio territorio possiede.
In sintesi, mettendo in risalto e valorizzandone le vocazioni naturali.
L’impegno per un rilancio dell’agrumicultura e del turismo sono imprescindibili per una nuova agenda politica che, ultimamente, purtroppo,
ha dimostrato di voler cambiare la vocazione naturale del territorio da agricola turistica a contenitore dei rifiuti di una buona parte della Sicilia, come se il Mio territorio fosse vocato a discariche di rifiuti.
L’ammodernamento e la realizzazione di infrastrutture viarie e di collegamento non possono più aspettare tempi biblici per la loro attuazione.
Ci vogliono impegni precisi e puntuali sui tempi di realizzazione dell’asse autostradale Ragusa-Catania, entro il prossimo anno occorre porre la prima pietra.
Non possiamo più aspettare altre morti,
altre famiglie distrutte, il territorio ha già pagato un prezzo altissimo in termini di vite umane.
L’istituzione delle ZES, approdate in Sicilia grazie alle aree portuali di Augusta e di Catania, non POSSONO non vedere il nostro territorio, posizionato strategicamente tra le due aree portuali, protagonista nell’individuazione delle zone ZES.
Sarebbe un’onta, uno sfregio ed una ingiustizia insopportabili per tutta la Mia comunità. Sarebbe un danno irreversibile per lo sviluppo imprenditoriale dell’intera area carleontina.
VOGLIAMO impegni ben precisi sugli standard qualitativi di un diritto irrinunciabile garantito dalla Costituzione, il diritto alla salute.
L’ospedale di Lentini DEVE essere valorizzato, al pari delle eccellenti professionalità operanti nella struttura, per far si che i cittadini del nostro territorio abbiano garantiti servizi sanitari di qualità, senza dover migrare in strutture di altre ASP, fuori provincia.
Un impegno serio e determinato deve essere rivolto a riformare ed abbattere una legislazione lobbista,
creata ed attuata in favore dei grossi concessionari di servizi di interesse pubblico, con pesantissime ricadute economiche sulle nostre famiglie.
Il mercato dell’energia elettrica, delle energie rinnovabili, del gas e delle telecomunicazioni non DEVE più essere un terreno di lucro inqualificabile,
con tantissime zone grigie sconosciute ai molti, compresi i più deboli, gli utenti, ma conosciute ed artatamente create da pochi. Basterebbe una legislazione più equa che farebbe guadagnare un po’ meno alle lobby e darebbe molto più respiro alle nostre famiglie.