Avola: polemiche sulla gestione del Teatro Comunale. Botta e risposta tra Santuccio e Randazzo da una parte e Morale dall’altra
Non si arrestano le polemiche tra il PD di Avola e l’amministrazione Cannata. Questa volta l’occasione è stata offerta dalle modalità di gestione del Teatro Comunale che, come sappiamo, è stato recentemente riaperto al pubblico. E in particolare, l’ultima occasione è stata data dalle dimissioni di Burgaletta, prima, e dell’attrice Donatella Liotta. Ad aprire il sipario (per restare in tema!) delle polemiche sono stati Corrado Santuccio e Paolo Randazzo del PD locale. «Non abbiamo commentato le dimissioni del professor Burgaretta dal Comitato di Gestione del Teatro Comunale, perché motivate da questioni personali e segnate dalla discrezione che è propria di un cittadino che non vuole essere tirato dentro a polemiche. – scrivono i due – Adesso tuttavia apprendiamo che, con modalità simili, si è arrivati anche alle dimissioni dell’attrice Donatella Liotta dal medesimo Comitato e allora non possiamo non constatare, insieme con i cittadini che hanno seguito questa vicenda, che siamo di fronte ad una netta presa di distanza dei due operatori culturali dalle modalità con cui Cannata ha gestito le politiche culturali e l’apertura del Teatro. Un altro fallimento insomma. Appena qualche settimana dopo l’insediamento del Comitato di gestione, infatti, il Teatro è stato dichiarato inagibile per motivi che la Giunta non ha mai chiarito e per i quali nessun responsabile è stato chiamato a rispondere del suo operato professionale. A fronte di questa chiusura, per quasi due anni, il Comitato non è stato convocato e informato ufficialmente di ciò che accadeva, né è stato coinvolto, come sarebbe stato giusto e come noi del PD abbiamo proposto ufficialmente, nell’organizzazione di eventi culturali e di spettacoli. Dichiarata l’agibilità, si riprende oggi a usare il Teatro senza sentire la necessità non solo di scusarsi con persone che hanno avuto il solo torto di credere nella buona fede di Cannata e soci, ma nemmeno di convocare una riunione del Comitato per riprendere il cammino eventualmente interrotto per motivi di forza maggiore. Sfidiamo il Sindaco a fare quel che è giusto: chiedere scusa ai due professionisti, invitarli a ritornare ai loro posti e, se dovessero rifiutare, nominare due personalità altrettanto indipendenti e prestigiose e non qualche altro suo ubbidiente amico».
Non è tardata ad arrivare la risposta dell’amministrazione nella persona dell’assessore alla cultura Giuseppe Morale: “I tentativi di Santuccio e del suo compagno di partito Paolo Randazzo di strumentalizzare le dimissioni di Burgaretta e Liotta, oltre ad essere chiaramente grotteschi, denotano la pochezza politica di questi personaggi che si confermano ancora una volta professionisti della menzogna e della maldicenza: ma le bugie hanno le gambe corte!” Così esordisce Morale, il quale spiega che, contrariamente a quanto insinuato da Santuccio e Randazzo, le dimissioni del primo sarebbero state dettate da una libera scelta personale, mentre le dimissioni della seconda sarebbero state dettate da “sopravvenuti impegni personali contratti nelle more della chiusura del teatro”. Per quanto riguarda la chiusura del teatro spiega come questo sia stato chiuso “forzatamente” per la mancanza delle certificazioni ai fini dell’ottenimento del certificato di prevenzione incendi e della licenza per l’esercizio di pubblici spettacoli da parte della polizia di Stato. “Circostanze che – dice – erano state rese note a tutti i cittadini. Peraltro, subito dopo l’ottenimento della licenza l’Amministrazione ha inaugurato immediatamente il teatro riconsegnandolo alla città con il concerto di capodanno del 03 gennaio ed ha tempestivamente convocato il comitato di gestione per la data del dieci gennaio”. Quindi secondo Morale l’accusa di aver chiuso il Teatro senza le dovute motivazioni e di non aver convocato il comitato di gestione sono totalmente infondate.
Quindi “di cosa dovrebbe scusarsi il Sindaco?” domanda l’assessore rispedendo al mittente le accuse. E dopo aver risposto alle provocazioni passa al contrattacco: “Piuttosto che atteggiarsi a finti paladini della giustizia ed elargire solidarietà a tutto il mondo, Santuccio farebbe bene a guardare alle “fughe” dal suo partito, visto che perde pezzi ogni giorno, tanto da non avere nemmeno rappresentanza in consiglio. La dichiarazione di indipendenza dal PD del consigliere Passarello – conclude – la dice lunga sulla manifesta incapacità politica e di leadership di Santuccio, che già da tempo è diventato solo il segretario di se stesso”.
Ilaria Greco