(Esclusivo) Avola, ospedale Di Maria: cinque sale operatorie restano chiuse. Inutilizzabile la pista per l’elisoccorso
Rifunzionalizzazione degli ospedali di Avola e Noto, commissioni tecniche che vanno, vengono, deliberano ma le decisioni vengono poi lasciate lievitare dalla politica e tutto resta fermo. Tutto tranne le passerelle di manager, direttori generali, primari, onorevoli, sindaci ogni qualvolta c’è’ da tagliare un nastro tricolori di inaugurazione per un nuovo reparto o servizio. E’ successo tante volte, anche negli ultimi anni. I reparti e gli uffici dei nostri ospedali fanno bella mostra di queste foto ben datate. A distanza di poco tempo si scopre però’ che quel reparto o quella sala operatoria inaugurati in pompa magna dopo aver impiegato tante risorse per realizzarle restano chiuse e non funzionano. E così’ oggi mentre l’assessore regionale Lucia Borsellino ha trasmesso alla Commissione sanità’ dell’Ars il nuovo Piano sanitario regionale che, con l’uso di forbicioni dovrebbe tagliare 270 reparti nei 69 presidi ospedalieri della Sicilia, e’ maturata la formula dell’ospedale unico Avola-Noto per salvare il salvabile che nei fatti significa voler lasciar tutto com’è’ per non scontentar nessuno, con l’utilizzo di perifrasi che significano poco. Come quella che dice che i posti letto per acuti andranno all’ospedale di Avola e al Trigona di Noto rimarranno le lungo degenze almeno….sin quando le cliniche private non subentreranno alla gestione pubblica sempre a Noto. Cioè’ mai. Con buona pace di Sindaci e onorevoli deputati che una settimana si è una no, fanno dichiarazioni di salvaguardia di questo o quel presidio per mantenersi i consensi del proprio elettorato. E intanto, fra una rifunzionalizzazione si è una no, si sperperano fiumi di denaro pubblico a danno delle prestazioni sanitarie per gli utenti del distretto. Si dichiara di tutto e di più’, come quella riforma culturale nella sanità’ di cui parlava l’ex manager Maniscalco in una delle sue apparizioni nel novembre del 2009. Una riforma che avrebbe dovuto ritagliare un nuovo ruolo centrale ai medici di base mentre si procedeva a tagliar nastri e a inaugurare macchinari, reparti e nuove sale operatorie che il più’ delle volte sono rimaste inutilizzate. Così’ e’ stato ed è’ per le cinque e nuove sale operatorie dell’ospedale Di Maria. Ultimate da anni con dispendio di risorse finanziarie, rimangono chiuse. Avrebbero dovuto rendere più’ razionale e funzionale l’ospedale unico Avola-Noto con l’accentramento di reparti vitali come quello di ortopedia, ostetricia e ginecologia, affiancando le uniche due sale operatorie in cui si alternano i medici di chirurgia, oculistica e otorino. Ma rimangono chiuse. Perché’ allora sono state pensate e realizzate ? E che dire poi della pista dell’elisoccorso approntata nel piazzale dietro il Pronto Soccorso, inaugurata dopo averci speso 400 mila euro e inutilizzabile perché’ nessuno si è’ sognato per tempo di chiedere l’autorizzazione all’uso all’Enac . E così’ , con la pista pronta e inaugurata, i pazienti che devono essere trasportati con urgenza in altri centri specializzati, devono essere trasferiti in ambulanza sulla pista del Trigona di Noto già’ abilitata.
Andrea Bologna