Avola: commozione e rabbia per l’ultimo saluto a Vincenzo Nardò. Oggi la fiaccolata in suo ricordo
Davanti alla bara del povero Vincenzo Nardò, investito da un pirata della strada, due oggetti molto cari legati alle sue due grandi passioni: la sua chitarra classica e una sciarpa bianconera della Juventus.
Avola, 23 febbraio 2016 – Commozione ma anche rabbia ieri pomeriggio nella Chiesa di San Giovanni Battista di Avola dove si sono svolti i funerali di Vincenzo Nardó, il 79enne avolese ucciso da Enzo u Biondu dopo una folle corsa per le strade della città.
Una tragica morte che ha lasciato tutti sconvolti e per la quale ancora molti si domandano le ragioni e non si danno pace. Enzu u Biondu, come tutti i cittadini sanno, sotto effetto di alcool ha travolto all’altezza di San Giovanni il povero Nardó, scaraventandolo a qualche metro di distanza dalla propria auto, una Fiat Panda. Il Nardó è morto qualche ora dopo all’ospedale Di Maria per le gravi ferite riportate. Una tragedia che forse si sarebbe potuta evitare, come è stato rimarcato dalle parole di Don Maurizio Novello durante l’omelia di fronte ai tanti amici e conoscenti che hanno affollato la chiesa. Seduti nelle prime file, in composto dolore, la moglie, i figli Concetta e Salvatore e i nipoti.
Davanti alla bara, coperta da un cuscino di rose rosse e gialle, due oggetti molto cari al signor Vincenzo legati alle sue due grandi passioni: la sua chitarra classica e una sciarpa bianconera della Juventus.
Oggi alle 19 una fiaccolata: così la famiglia vuole ricordarlo. Si partirà dalla Chiesa di San Giovanni Battista per raggiungere piazza Umberto I. Un modo per non dimenticare e per rendere omaggio all’uomo che in tutti questi anni si è contraddistinto per la sua disponibilità, il suo buon umore, la straordinaria voglia di vivere e il suo sorriso.
Ilaria Greco