Avola, associazione Meter e i raccapriccianti materiali pedo-pornografici in rete
“Casa Meter” ospita, ad Avola, nella giornata di oggi e domani, i responsabili, i volontari e gli operatori di Meter onlus di Don Fortunato di Noto, provenienti dalle varie regioni d’Italia per rilanciare la presenza e l’azione dell’associazione nel prevenire e nel contrastare ogni forma di abuso sui minori. Una attenzione particolare sarà rivolta alla Famiglia, prima “casa educativa” che sta vivendo delle situazioni critiche in riferimento alla violenza psicologica, fisica e sessuale nonché la profonda sofferenza nei mutamenti e nella crisi con i minori, relativa alla violenza e agli abusi. Dipendenze da internet, media e social network saranno affrontate durante le varie sessioni di lavoro in queste due giornate. Ambito delicato sarà riservato alla pedofilia e alla pedopornografia (anche criminale) che viene fortemente contrastata con il costante monitoraggio e le migliaia di segnalazioni in stretta collaborazione con la Polizia Postale italiana.
In particolare, lascia senza parole l’ultima di queste denunce dell’associazione Meter, risalente ad Agosto, relativa al materiale pedo-pornografico archiviato in undici cataloghi sull’archivio di “Google drive” da uno sconosciuto navigatore di internet che è possibile individuare solo attraverso il suo nickname. I cataloghi erano contenuti nello spazio “free” di Google dove gli utenti possono archiviare e caricare foto, video e immagini e accedere al materiale fotografico dopo semplice richiesta inviata per mail al nickname titolare dello spazio drive. Oltre 23 mila e 100 visitatori erano disposti a pagare 500 euro per acquistare la sequenza di immagini di bimbi, anche piccolissimi, violentati e torturati e per visionarle sul proprio computer o sullo smartphone. Le immagini, scoperte e denunciate alla Polizia postale di Catania dall’Associazione Meter onlus, ritraggono bambine che posano in veri e propri nudi fotografici, in atteggiamenti sessuali espliciti in set fotografici organizzati ad arte, oppure colte di nascosto in spiaggia col costume da bagno. Un solo catalogo conta più di 150 bambine; l’età sembrerebbe essere compresa tra i 6 e i 12 anni ma ci sarebbero addirittura anche dei neonati. In base a quanto reso noto nelle raccapriccianti foto vendute e nei video diffusi comparirebbero in totale circa 700 bambini violati.