Avola: anche i morti subiscono atti vandalici!
“All’ombra de’ cipressi e dentro l’urne / confortate di pianto è forse il sonno della morte / men duro?”. Passeggiando per il cimitero di Avola può capitare di ricordare alcuni versi del caro Foscolo, quei pochi versi che si ricordano dagli studi scolastici, soprattutto di fronte allo scenario di una lapide distrutta, come si vede in foto. Probabilmente l’autore dell’atto vandalico aveva però travisato il senso di quei versi, se è vero che le tombe, anche secondo la visione illuministica di Foscolo (secondo cui la morte è “il nulla eterno”), rappresentano un legame di affetto con i defunti, e a chi “lascia eredità di affetti”, danno l’illusione di non morire del tutto e di continuare a vivere nel ricordo affettuoso dei suoi cari. Le tombe alimentano, dunque, tra i vivi e i morti, una suggestiva “corrispondenza di amorosi sensi”. Cosa può, dunque, essere passato nella mente del vandalo che ha rotto la lapide di questa buon’anima colpevole solo di esser lì a testimoniare l’esistenza di una vita umana? E’ appena passata la giornata della Commemorazione dei Defunti, ricorrenza molto sentita in Sicilia e che, come ogni anno, ha riunito tante persone all’ombra dei cipressi. Questo è ciò che rimane di una santa giornata di incontro tra vita e morte, tra materia e spirito. Una lapide rotta che rompe il cuore di chiunque la osservi.
Ilaria Greco
(Grazie a Cinzia Bianca per averci fornito queste foto)