Augusta: Giovane aggredito perchè gay. Interviene Stonewall di Siracusa
Ci sarebbero motivazioni di scelte e tendenze sessuali alla base dell’aggressione violenta di sabato scorso ad Augusta che potrebbe portare la giovane vittima di 20 anni a perdere un occhio.
L’aggressione ad opera di un coetaneo, Mirko Miduri di 23 anni subito fermato dai militari della locale stazione e condotto al carcere di Cavadonna.
Adesso però interviene la Stonewall di Siracusa.
“Pare che l’aggressore abbia inveito contro la vittima perché pensava fosse gay, a causa del suo abbigliamento o del suo comportamento, ritenuto troppo “poco maschile e virile. La notizia è stata ovviamente commentata anche sui social, dove, purtroppo,- spiega Alessandro Bottaro presidente di Stonewall di Siracusa- ci è capitato di leggere che, data l’eterosessualità della vittima, non si sarebbe trattato di violenza omofoba bensì di una “semplice” aggressione per futili motivi, come se la cosa più importante, per alcuni, fosse “difendere l’onore” della vittima, garantendo sulla sua eterosessualità. Sono affermazioni come queste, – continua Bottaro – che ci lasciano ancor più l’amaro in bocca e che ci danno la conferma su quanto lavoro culturale ci sia ancora da fare sull’uso non sessista, non omofobo e non discriminatorio delle parole. Il problema non è sapere se la vittima, è etero o omosessuale ma perché sia stata aggredita”.
“L’omofobia in molti casi ha colpito e continua a colpire anche ragazzi e ragazze che non sono né gay né lesbiche e che, – aggiunge Tiziana Biondi vice presidente – hanno la “colpa” di apparire non conformi, nel vestire, nel parlare, nell’atteggiarsi, etc. rispetto a una “norma” eterosessista”, sessista e maschista. La violenza verbale e fisica a sfondo omofobo insomma può colpire tutti quanti indipendentemente dall’orientamento sessuale. Alzi la mano chi non ha mai sentito utilizzare le parole “gay”, “frocio”, “finocchio”, o “ricchione” come insulti. Anche questa è omofobia e va contrastata, condannata senza se e senza ma, e soprattutto prevenuta, attraverso, la purtroppo tanto osteggiata, educazione al rispetto di tutte le differenze”.