Sanità, la battaglia per salvare il “Trigona” e la salvaguardia del “Di Maria” nell’interesse dell’intera zona Sud
Noto (15/09-2016) – La sanità, in questi giorni, occupa il dibattito a tutto campo, in un contesto in cui il ruolo della Regione (da giocatore ed arbitro) si sta delineando sempre più. La voce delle comunità locali, forti del principio costituzionale di prossimità, è arrivato, infatti, con molta chiarezza a Palermo, nelle stanze del Palazzo, inducendo l’amministrazione regionale a rivedere tagli e ridimensionamenti, in una partita in cui, comunque, i tempi da giocare sono ancora molto lunghi. Una partita nella quale il sindaco di Noto ha segnato un importante punto a favore della sua città, visto che dopo la richiesta urgente della riunione dell’Assemblea dei sindaci, dall’Assise di Siracusa è emersa l’indicazione che mette al riparo dal declassamento il nosocomio netino. D’altra parte, è una battaglia che ha coinvolto anche gli Enti locali a sud di Noto (Pachino e Portopalo), che hanno interesse ad avere un pronto soccorso ed un ospedale ben attrezzato il più vicino possibile ai propri Centri abitati. E’ prevalsa anche una riflessione sulla natura turistica dell’intera area, dove d’estate si decuplicano i residenti e, di conseguenza, garantire interventi sanitari d’emergenza è particolarmente complicato se non si hanno, appunto, ospedali all’altezza dell’impegno che la complessa realtà locale impone. Al di là delle esigenze di razionalizzazione della spesa che, ineluttabilmente, la Regione ha, in tale contesto, un elemento deve emergere, in ogni caso, con forza nell’interesse dell’intera Zona Sud: non può esistere nessuna concorrenza o battaglia di campanile tra Avola e Noto. Le due comunità sono obbligate ad essere complementari, nel segno della razionalizzazione degli investimento sulla strada dello sviluppo sostenibile. Le amministrazioni lo hanno capito, per esempio, nelle strategie di depurazione delle acque, lavorano insieme nell’ambito del distretto sociosanitario della 328, sono sullo stesso fronte nei programmi di promozione turistica, devono cominciare seriamente a dialogare anche nel campo della sanità. Dopotutto, solo interlocutori uniti e con le idee ben chiare possono riuscire a fare gli interessi delle proprie comunità nella difficile trattativa con l’Assessorato Regionale alla Sanità, il quale rischia di essere, come è sempre stato nella storia recente della Sicilia, vittima di uno strabismo palermocentrico che continua a penalizzare il Sud Est.
Giuseppe Cascio